Unicef, 43 milioni di bambini sfollati per disastri naturali

sabato 7 ottobre 2023


Nel quinquennio dal 2016 al 2021, piaghe naturali come inondazioni, siccità, tempeste e incendi boschivi hanno causato lo sfollamento di 43,1 milioni di bambini. Questi sono i dati del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef), che ha pubblicato un ampio rapporto sulla drammatica questione. L’agenzia dell’Onu ha diramato le storie di alcuni piccoli uomini e donne, colpiti da questi disastri. Ma questa “è solo la punta dell’iceberg” ha ammesso la coautrice dell’approfondimento Laura Healy all’Afp. Secondo la donna i 43 milioni sarebbero solo una parte delle vittime.

Il bambino sudanese Khalid Abdul Azim, il cui villaggio è stato raggiungibile solo in barca, ha raccontato all’Unicef: “Abbiamo spostato le nostre cose sull’autostrada, dove abbiamo vissuto per settimane”. Mentre in California, nel 2017, le sorelle Mia e Maia Bravo hanno visto la roulotte di famiglia (la loro casa) essere avvolta da un incendio. “Avevo paura, ero sotto shock”, dice Maia nel rapporto. Queste sono solo due delle storie portate alla luce dall’Agenzia dell’Onu.

Anche se di solito l’età delle vittime di queste catastrofi non viene resa pubblica, l’Unicef è riuscito a collaborare con il centro degli sfollati interni per studiare i dati e rivelare il prezzo pagato dai bambini. Tra inondazioni, tempeste, siccità e incendi, sono state le prime due a causare lo sfollamento del 95 per cento delle 43 milioni di vittime. “È l’equivalente di circa 20mila bambini sfollati ogni giorno”, ha detto Healy all’Afp, sottolineando come questi poi corrono il rischio di subire altri traumi collaterali, come la separazione dai genitori o cadere vittime dei trafficanti di bambini.

Secondo la specialista dell’Onu il numero degli spostamenti dovuti alla siccità è “radicalmente sottostimato”, perché sono meno improvvisi e quindi più difficili da quantificare. Poi, le cifre non rispecchiano il numero di bambini colpiti, perché lo stesso individuo potrebbe essere sfollato più di una volta. “Questa è solo la punta dell’iceberg in base ai dati disponibili in nostro possesso”, ha affermato Laura Healy. “La realtà è che, visti gli impatti del cambiamento climatico, o meglio il monitoraggio degli sfollamenti quando si tratta di eventi a insorgenza lenta, il numero di bambini sradicati dalle loro case sarà molto maggiore”.


di Redazione