Allarme degli editori: pirateria e fake news

mercoledì 4 ottobre 2023


L’informazione va difesa dalle molte insidie che si sono moltiplicate negli ultimi anni. L’editoria sta subendo danni rilevanti dalla pirateria, dalle fake news, dai furti dei contenuti. Ad aumentare i pericoli arrivano le insidie dell’Intelligenza artificiale che sta avendo un forte impatto sull’occupazione. Cresce allora il ruolo del giornalismo di qualità che non può essere sostituito dai social network.

L’Italia ha il triste primato delle notizie false: il 33 per cento delle “bufale informative” sono circolate sulle comunicazioni italiane, secondo i dati in possesso della Commissione europea, in attuazione del Codice di condotta sulla disinformazione. I post rimossi da Facebook Italia nel primo semestre del 2023 sono stati circa 45mila, seguiti a distanza dai 22mila della Germania, i 16mila della Spagna, i 13mila dell’Olanda, i 12mila della Francia, i 10mila della Polonia fino ai mille circa della Svezia.

Il prossimo rapporto è previsto a gennaio 2024, report che riguarderà anche l’informazione politica in vista delle elezioni per il Parlamento di Strasburgo. Un primo approccio negativo di disinformazione si è avuto in Slovacchia per le elezioni del Parlamento di Bratislava, quando sono apparsi circa 350mila articoli a favore del candidato filo-russo Robert Fico contro il liberale filo-Ue Michal Šimečka. L’obiettivo era quello di spingere la Slovacchia ad uscire dalla Ue e dalla Nato. Il piccolo Stato tra il Danubio e i Carpazi è arrivato all’attenzione internazionale per le pressioni subite al fine di entrare nell’orbita dell’influenza russa e quindi indebolire la posizione dell’Ucraina.

Tornando ai dati della Commissione di Bruxelles, gli account non sono mai collegati a persone realmente esistenti o riconducibili a persone registrate sotto falso nome. Per esempio su TikTok, oltre un milione e 300mila account erano falsi e quindi rimossi. In totale, gli utenti esposti a questi contenuti farlocchi superavano i 7 milioni.

A partire dal 25 agosto è scattata la nuova regolamentazione del “Digital Service Act” che vale per tutti i colossi della Rete e dal prossimo febbraio l’applicazione delle norme saranno estese a tutto il mondo del web e dei social. Un tentativo per contenere l’espansione della disinformazione che sta preoccupando il mondo politico, economico e culturale. I Codici di condotta siglati in precedenza si sono dimostrati inadeguati. La verità e la libertà d’informazione sono beni preziosi che vanno salvaguardati. Ci sono allora iniziative per valorizzare l’informazione di qualità, rendendola sempre più riconoscibile e accessibile in Rete. Per fare questo anche gli editori hanno le loro responsabilità dal momento che i contenuti devono essere elaborati da giornalisti professionisti sempre più preparati e aggiornati. Continuano però a commettere l’errore di voler fare a meno, per motivi economici, di quanti hanno acquisito esperienza lungo anni di duro lavoro, operando discriminanti prepensionamenti o sottoponendo i nuovi assunti a posizioni di precariato.

Le insidie dell’Intelligenza artificiale sono più pericolose della pirateria che, secondo un rapporto Ipsos, registra 325mila furti al giorno mentre il danno che subiscono i libri supera i 780 milioni. Un fenomeno in crescita. Per i giornali le perdite annuali toccano i 250 milioni. Gli italiani che usano illegalmente materiale editoriale sono circa il 35 per cento, con la conseguenza della perdita di circa 6mila posti di lavoro.


di Sergio Menicucci