La neolingua ambientalista

giovedì 27 luglio 2023


Fermi tutti. Prima c’era lo spazzino, che adesso va chiamato operatore ecologico. Poi il bidello, che non è più bidello. “Devi dire personale Ata” faceva osservare il buon Gennaro, ai tempi della scuola. E giù via, tra politicamente corretto e cose simili. Le parole sono importanti, sia chiaro. Ma a tutto c’è un limite (se ancora si può dire, non si sa mai. Che qui a finire nel mirino di qualche Torquemada de noantri è un attimo).

Adesso il campo del dito puntato si sposta su ambiente, clima e affini. Una volta potevamo giostrarla con il vernacolare “non ci sono più le mezze stagioni”, che veniva messo così nel mezzo del discorso, alla bisogna. Ora che i girotondi sono passati di moda – come il calzino bianco tipico degli anni Ottanta – ci sono gli appelli. Ultimo in ordine di tempo, e probabilmente non definitivo, è quello stilato dagli scienziati. Che si rivolgono ai media, sostenendo che gli organi di informazione “parlano ancora troppo spesso di maltempo invece che di cambiamento climatico”.

Eh sì: maltempo, a quanto pare, non va più detto. D’ora in avanti, quando saremo in mezzo al traffico, in scooter, sotto una grondata d’acqua piovana (piovana va bene?), dovremmo domandarci: “Ma perché succede tutto ciò? Quale è il nesso? E il fine? Ma se dico che è nuvoloso, verrà qualche professorino dalla penna rossa che mi obbligherà, per punizione, a ripetere per 100 volte la preghiera a Santa Greta Thunberg da Stoccolma?”.

“Invitiamo tutti i media italiani a spiegare chiaramente quali sono le cause della crisi climatica e le soluzioni – recita il documento che si candida all’Oscar della Bibbia green – per dare a tutti e a tutte gli strumenti per comprendere profondamente i fenomeni in corso, sentirsi parte della soluzione e costruire una maggiore fiducia nel futuro”.

Così, alla prossima nevicata, invece di modellare il classico pupazzo – con la carota al posto del naso – andremo a leggere l’appello. Dove capiremo perché la nostra creazione ricca di coltre bianca, con l’arrivo del sole, si scioglie. Ma forse, per questo, potevamo chiedere lumi al bidello. Anzi, al personale Ata.


di Toni Forti