Come ridurre i tempi d’attesa nella sanità?

sabato 15 luglio 2023


Con la delibera 511 del 26 giugno 2023, la Regione Lombardia ha stanziato altri 20 milioni di euro sul Piano operativo regionale per il contenimento dei tempi di attesa in sanità. Considerando la dotazione già in essere, il piano ora dispone di 81 milioni di euro in totale. Si tratta di briciole se si considera la spesa totale della regione sulla sanità, pari a circa 22 miliardi. Ma si tratta anche di un piccolo segnale positivo che lascia pensare che in regione, se non altro, abbiano chiaro che il problema principale delle liste d’attesa sono le risorse disponibili. È vero, la cattiva gestione di una Ats (o di un ospedale o di un centro prenotazioni, o di tutte queste organizzazioni insieme), può contribuire ad allungare le liste d’attesa. Ma non ci si deve illudere che il problema delle liste d’attesa possa essere risolto a colpi di performance management, ovvero con indicatori più o meno creativi a cui si leghino premi e penalizzazioni (come accaduto nel corso del 2022 tramite due delibere che per fortuna sembrano già dimenticate – si veda qui un’analisi approfondita), o con l’istituzione del Centro unico di prenotazione, ufficializzata con la recente delibera che ha stanziato i 20 milioni aggiuntivi.

L’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso ha un compito estremamente difficile. A differenza di situazioni passate che hanno marchiato la sua storia di successi, come quella della ricostruzione post-terremoto a L’Aquila o la gestione dei rifiuti in Campania o la più recente campagna di vaccinazione anti-Covid in Lombardia, questa volta il problema da risolvere non è un’emergenza di breve termine su cui si riversa l’attenzione mediatica (e politica) in un determinato momento. Il problema delle liste d’attesa esiste da tempo, e anche se la pandemia ha peggiorato la situazione, queste sono la naturale conseguenza di un Sistema sanitario nazionale che va avanti tramite risorse pubbliche scarsissime che vengono assegnate a inizio anno con la legge di bilancio e distribuite alle regioni sulla base della quota capitaria. Il risultato è che la Lombardia è una regione ricca con una sanità povera. La regione fa bene a cercare di migliorare la gestione degli appuntamenti e risolvere alcuni “colli di bottiglia”, ma la soluzione di lungo periodo delle liste d’attesa passa per la mobilitazione di risorse nuove, in Lombardia come nelle altre regioni. Questa è la novità per Bertolaso: le risorse aggiuntive non arriveranno in virtù di una drammatica emergenza, ma soltanto se saprà convincere della loro necessità. Non sarà facile, ma questa è politica.

(*) Research Fellow dell’Istituto Bruno Leoni


di Paolo Belardinelli (*)