Il diritto all’oblio oncologico

martedì 11 luglio 2023


Lo scorso 4 luglio presso la Camera dei deputati si è tenuto un interessante convegno su una materia di rilevante attualità promosso dalla F.a.v.o (Federazione italiana delle associazioni di volontariato in Oncologia) e dal Centro Studi Rosario Livatino intitolato “Il diritto all’oblio delle persone guarite dal cancro e la prevenzione delle disuguaglianze.

Nel corso dell’evento è stato illustrato il testo unificato del Disegno di legge sull’oblio oncologico approvato di recente dalla Commissione Affari sociali della Camera dei deputati in cui sono confluite le diverse proposte di legge presentate da diversi parlamentari e dal Cnel a partire da ottobre 2022 fino a maggio 2023. Il testo unificato approderà in aula entro la fine di luglio e prevede delle importanti norme a tutela delle persone guarite dal cancro le quali sono purtroppo soggette a discriminazioni nella vita sociale, professionale e familiare. Infatti, nonostante circa la metà dei malati oncologici oggi riesca a guarire grazie al costante progresso delle cure, le banche e le assicurazioni spesso si rifiutano di stipulare con gli stessi contratti di finanziamento e polizze sulla vita.

Le persone malate di tumore, anche a distanza di molti anni dalla diagnosi, incontrano infatti grandissime difficoltà nell’esercizio dei propri diritti anche in altri ambiti come, ad esempio, nelle procedure di adozione o di affidamento dei minori e nella partecipazione alle procedure concorsuali qualora siano richiesti requisiti psico-fisici o concernenti lo stato di salute dei candidati.

Il disegno di legge parte dal presupposto che il cancro è una malattia guaribile e sempre di più cronica e mira a prevenire ogni forma di discriminazione nei confronti degli ex pazienti oncologici rimuovendo quegli ostacoli che impediscono loro di partecipare alla vita economica e sociale del nostro ordinamento secondo quanto previsto dall’articolo 3, comma 2 della Costituzione.

Partiamo da alcuni dati ricavati dal Piano oncologico nazionale 2023-2027. Si stima che in Italia nel 2020 il 6 per cento della popolazione abbia ricevuto una diagnosi di un tumore (circa 3,6 milioni di persone di cui 1,9 milioni di femmine e 1,7 milioni di maschi) con una crescita del 36 per cento rispetto alle stime effettuate nel 2010. Con riferimento alle aspettative di sopravvivenza ad una diagnosi tumorale, anche grazie alla ricerca e ai progressi scientifici, l’aumento è stato particolarmente marcato per coloro che vivono da oltre 10 o 15 anni dalla diagnosi.

Nel 2020, circa 2,4 milioni, il 65 per cento del totale e il 3,8 per cento della popolazione, hanno avuto una diagnosi da più di 5 anni, mentre 1,4 milioni di persone, pari al 39 per cento del totale, hanno ricevuto la diagnosi da oltre 10 anni. Tra le persone che vivono a seguito di una diagnosi di tumore il 53 per cento sono donne (il 6 per cento della popolazione femminile italiana) e il 47 per cento uomini (il 5,6 per cento della popolazione maschile).

Ma che cos’è il diritto all’oblio oncologico? Esso non va confuso con il diritto alla cancellazione dei propri dati personali da internet che ha fondamento nell’articolo 17 del Gdpr (General Data Protection Regulation).

Il diritto all’oblio oncologico ha invece fondamento nella tutela dell’identità personale ossia nell’articolo 2 della Costituzione. Esso consiste in particolare nel “diritto ad essere dimenticati” e quindi a non fornire informazioni sul pregresso stato di salute con riferimento a patologie oncologiche trascorso un lasso di tempo che nelle proposte di legge è stato individuato in 10 anni dalla fine del trattamento ovvero in 5 anni qualora la diagnosi sia stata formulata prima del compimento dei diciotto anni d’età.

Pertanto, la ratio legis è quella di prevenire forme di discriminazioni dirette ed indirette come quelle sopra citate garantendo la tutela della correttezza delle informazioni che riguardano la persona che è stata colpita da patologie oncologiche.

Infine, si evidenzia che l’approvazione di una legge in materia è urgente anche al fine di recepire le istanze della Risoluzione del Parlamento europeo del 16 febbraio 2022, nonché per implementare il Piano europeo di lotta contro il cancro.

(*) Tratto dal Centro Studi Rosario Livatino


di Lorenzo Jesurum (*)