L’eterna logica del livore

lunedì 26 giugno 2023


Discutere con una persona di sinistra può talvolta essere utile e, come si dice, arricchire il nostro stesso modo di vedere le cose. Tutto ciò è ovviamente naturale, poiché nessuno di noi possiede le chiavi della verità definitiva. D’altra parte, vi sono situazioni nelle quali la mentalità di sinistra si propone con caratteri decisamente inaccettabili e tali da rinforzare la convinzione che, sul piano motivazionale, l’uomo o la donna di sinistra siano agitati non tanto dalla volontà di favorire i poveri quanto di arrecare danno ai ricchi. Il caso del Titan ne è un esempio lampante: per via del prezzo salato pagato dai passeggeri del sottomarino e, dunque, della loro elevata posizione sociale ed economica, da sinistra si è levato un coro di commenti che si pone fra lo scandalo e l’accusa. La logica, non casualmente, è la stessa adottata per la guerra in Ucraina: con tante guerre locali che esistono nel mondo attuale perché l’Occidente si occupa solo di Kiev e, per il Titan, con tante tragedie di immigrati che perdono la vita in mare, perché tanti sforzi solo per quel sottomarino?

Un quadro nel quale non si capisce dove finisca l’idiozia e dove inizi il livore. L’idiozia perché, a fianco delle continue operazioni di salvataggio operate, per esempio, dall’Italia, non risulta che alcuni immigrati abbiano tentato di raggiungere Lampedusa in un sottomarino e, dopo un incidente, siano stati lasciati morire senza alcun tentativo di salvarli. Solo un perfetto idiota potrebbe sostenere una cosa simile. Ma si ravvisa un livore che i non pochi commentatori di sinistra lasciano incautamente trasparire: le insopportabili differenze sociali che, sempre e comunque, caratterizzano qualsiasi società. Ciò che li irrita, in particolare, è il clamore mediatico che si è scatenato sull’episodio del Titan. Personalmente penso che molte attività umane estreme vengano svolte per finalità banali o comunque poco rilevanti e che il rischio sia accettabile solo quando vi sia di mezzo l’esplorazione e quindi la conoscenza scientifica.

Tuttavia, la vita umana va salvaguardata in ogni caso, magari attribuendo le spese necessarie al salvataggio a chi l’ha messa consapevolmente in pericolo. Ma è sul clamore mediatico che l’insipienza di sinistra dimostra tutta la sua povertà cognitiva. La tragedia di Superga del 1949, quando un incidente aereo decimò l’intera squadra di calcio del Grande Torino, ha accompagnato un’intera generazione con commemorazioni ripetute e cordoglio nazionale permanente e riesce difficile immaginare cosa accadrebbe oggi con i mezzi di comunicazione di cui disponiamo e che allora non c’erano. È però certo che un simile clamore non si sarebbe levato e soprattutto non sarebbe durato nel tempo se la squadra fosse stata quella di una piccola borgata. Del resto, le differenze sociali valgono in qualsiasi ambito: o forse il clamore che ha accompagnato i funerali di questo o quell’iscritto al Pci è paragonabile a quello sollevato dai funerali di Palmiro Togliatti o di Enrico Berlinguer? Negli ospedali italiani si svolgono centinaia di interventi chirurgici ogni giorno, e allora perché tanto clamore per l’operazione subita da Papa Francesco?

Chiunque, purché non sia deformato dal livore, capisce che le differenze sono alla base anche dell’informazione e che la rilevanza di una notizia, e dell’evento che ne sta alla base, dipende dalla nostra stessa natura e alla rilevanza che inesorabilmente, e spesso comprensibilmente, attribuiamo alle persone coinvolte. In definitiva, lo scandalo per il clamore che ha accompagnato l’evento del Titan, così come quello associato alla morte di Silvio Berlusconi, svela fin troppo chiaramente quanto sia profonda, in non pochi personaggi, la cruda violenza d’animo indotta da una ideologia presentata sul piatto d’argento dell’amore ma, in realtà, fondata sull’odio.


di Massimo Negrotti