Recuperato il 65% di visite e interventi fermi per Covid

giovedì 22 giugno 2023


Quasi due prestazioni sanitarie su tre saltate a causa della pandemia, ma di queste il 65 per cento (circa 13,2 milioni) è stato recuperato nel 2022.

Il restante 35 per cento equivale a 7 milioni di prestazioni rimaste in arretrato. In testa alla classifica delle regioni virtuose la Toscana con il 99 per cento delle prestazioni recuperate, mentre la Campania è ultima con il 10 per cento. Ricoveri per interventi chirurgici programmati, inviti e prestazioni per le campagne di screening oncologici e prestazioni ambulatoriali sono le tre tipologie di prestazioni prese in considerazione. Per recuperarle sono stati stanziati 500 milioni di euro con la Legge di Bilancio 2022, di cui sono stati spesi 348 milioni, “con inspiegabili variabilità regionali tra risorse investite e prestazioni recuperate” spiega la Fondazione Gimbe che ha condotto un’analisi sui dati del ministero della Salute contenuti nel Rapporto sul coordinamento della Finanza pubblica della Corte dei conti.

“Nessuna Regione – spiega il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta – ha raggiunto per tutte le prestazioni le quote di recupero previste dai Piani operativi regionali (Por), varati per recuperare le prestazioni non erogate durante il periodo pandemico”. I risultati evidenziano un’ampia variabilità nei livelli di performance sia tra le varie Regioni: Se la Toscana è prima per prestazioni recuperate, bene hanno fatto anche la Provincia autonoma di Trento (95%) e l’Emilia-Romagna (91%), mentre in coda, oltre alla Campania ultima con il 10% ci sono anche Friuli-Venezia-Giulia (19%) e Calabria (18%)”.

“Il problema delle liste di attesa – dichiara Cartabellotta – affligge da sempre il nostro Servizio sanitario nazionale, ma negli ultimi anni si è aggravato per l’enorme quantità di prestazioni non erogate durante la pandemia Covid-19”.

In particolare, secondo i dati del ministero della Salute, nel 2020 (primo anno della pandemia), rispetto al 2019, in Italia sono stati oltre 1,57 milioni i ricoveri programmati in meno; per gli screening oncologici oltre 4,1 milioni di inviti e oltre 2,53 milioni di prestazioni in meno; saltate anche milioni di prestazioni ambulatoriali, tra visite specialistiche, esami di laboratorio e strumentali. Per quanto riguarda gli interventi chirurgici programmati, le Regioni hanno inserito nei Por oltre 512mila ricoveri da recuperare, per i quali il ministero della Salute riporta un recupero stimato di poco più di 338mila (66%). Sugli screening oncologici, dei 5 milioni di inviti e quasi 2,84 milioni di prestazioni da recuperare previsti nel Por si stima un recupero di quasi 4,2 milioni di inviti (82%) e poco più di 1,9 milioni di prestazioni (67%). Notevoli le differenze regionali: per gli inviti si va dal 100% di Piemonte, Valle d’Aosta, Provincia Autonoma di Trento, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Molise e Basilicata al 14 per cento del Friuli-Venezia Giulia.

Quanto alle prestazioni ambulatoriali, ne è stato recuperato il 57 per cento (6,8 milioni su 11,9 milioni totali).

“Un dato – spiega Cartabellotta – che ha avuto conseguenze rilevanti sui tempi di attesa delle nuove prestazioni ambulatoriali: ne rimangono da recuperare oltre 5 milioni”.


di Redazione