venerdì 14 aprile 2023
Nikola Tesla, tra tutte le altre cose, ci ha lasciato una grande eredità. Ha detto: se volete capire il mondo, dovete ragionare in termini di vibrazioni, frequenze, ed energia. Albert Einstein ci ha rivoluzionariamente spiegato che energia e materia sono due facce della medesima medaglia. Noi siamo, allo stesso tempo, energia e materia, materia ed energia. Energia condensata, cristallizzata. Gli organismi viventi sono la forma della energia, cristallizzata, condensata. Stephen Hawking ci ha detto che l’intero universo, fatto di miliardi di miliardi di galassie, ha avuto inizio con uno “scoppio”, il cosiddetto Big bang, che ha determinato il panorama universale di cui la nostra Terra fa parte. Precisamente noi – il pianeta Terra – ci troviamo all’estremità di uno tra i miliardi di galassie – abbiamo chiamato la nostra galassia “Via Lattea” – ruotante intorno alla stella luminosa ed esplosivamente luminescente del Sole. Lo stesso Hawking si è interrogato a lungo sul significato e sulla “funzione” dei buchi neri, che sono delle entità pur esistenti, sebbene per noi difficilmente conosciute.
Non sappiamo quasi nulla dei buchi neri, così come della energia oscura – e anche della materia oscura. Si tratta di una specie di “gorghi” che “inghiottono” ogni cosa – dunque difficilmente indagabili scientificamente e conoscibili – ma da cui sgorga energia “in superficie”, che un po’ fuoriesce, un po’ è risucchiata all’interno dei medesimi. La linea di demarcazione tra la superficie e il gorgo inghiottente è detta da noi con una vena poetica “orizzonte degli eventi”. Per capire i buchi neri, cioè quello che vediamo o, meglio, vede per noi oggi, in questo momento, il potente telescopio spaziale “James Webb” (dal nome del direttore trentennale della Nasa), è utile pensare semplicemente alla ventosa che forma l’acqua quando, dopo il bagno nella vasca, togliamo il tappo e l’acqua scorre giù a mulinello. Questo vortice a forma di imbuto che sembra creare spazio vuoto al suo interno, è come pensiamo sia il buco nero. A differenza dell’acqua risucchiata nella vasca, il buco nero muove energia intorno a sé.
Ogni galassia ha il suo buco nero, da cui immagino esca una forza – energia – che dà il moto ai pianeti che ne fanno parte, i quali, come “rimbambiti” o allampanati, ruotano motu proprio sebbene sospinti perennemente da quel vortice. Bisogna “diluire” l’intero meccanismo in un tempo infinito per noi inimmaginabile – il tempo in realtà non esiste, è solo una nostra squisita creazione contingente. Le galassie si scontrano perché sospinte qua e là dalla energia mossa dai buchi neri qua e là. È in arrivo contro di noi la galassia Andromeda che, come tra le palle del biliardo, cambierà non solo la nostra galassia – la Via Lattea – ma tutta intera la “composizione” attuale del “nostro” universo (non ci sarà quasi sicuramente la condizione unica ideale della Terra intorno al Sole, improbabilissima la “nostra” sopravvivenza). Cosa voglio dire con questo. L’energia mossa dal “nostro” buco nero è la stessa che ci pervade e rende vivi – noi come tutti gli esseri viventi sulla Terra, compresi i cristalli che costituiscono una forma di vita da indagare per comprendere la nostra.
Insieme al calore dato dalla luce del Sole, intorno cui ruotiamo sospinti tutti dalla energia mossa dal buco nero, l’energia che circola nell’universo nasce in noi come un fuoco. Si tratta di un meccanismo che ad esempio nelle piante si è declinato nella forma della fotosintesi clorofilliana, e che in noi esseri umani – animali – “funziona” analogamente sebbene apparentemente differentemente. Come vediamo e sappiamo, le forme di vita animali – sulla terra, nel cielo, nell’acqua, nelle profondità dei mari – sembrano differenti ma si sono adattate tutte avendo tutte il medesimo comune denominatore: una sorta di “gioco-meccanismo” dato dalla energia. Ecco perché è fondamentale per noi scoprire cosa sia l’energia, quali siano le sue-nostre coordinate e criteri essenziali e del loro funzionamento. Bisogna indagare l’energia umana, che è la medesima di quella del cosmo, dai buchi neri.
di Francesca Romana Fantetti