Mafia, trovata l’auto di Messina Denaro

sabato 21 gennaio 2023


L’automobile del boss è stata trovata vicino casa dell’autista, individuato a Campobello di Mazara. La polizia ha scovato la Giulietta del boss Matteo Messina Denaro. Nel borsello trovato al capo mafia dopo l’arresto c’era una chiave. Dal codice della chiave, i pm sono arrivati alla Giulietta, poi gli investigatori hanno ricostruito, grazie un sistema di intelligenza artificiale, gli spostamenti del veicolo del risalendo al suo nascondiglio di vicolo San Vito. Ma solo ora la Giulietta è stata ritrovata. Sul posto è arrivato il procuratore aggiunto Paolo Guido. La Giulietta era parcheggiata in una sorta di garage, a poca distanza dalla casa di Giovanni Luppino, l’incensurato che ha accompagnato con la sua auto, una Fiat bravo, Matteo Messina Denaro alla clinica dov’è entrambi sono stati arrestati lunedì. L’ipotesi investigativa è che il capomafia, il giorno del blitz, sia andato in auto dal suo covo in vicolo San Vito a casa di Luppino e che insieme all’autista poi si sia diretto alla casa di cura per le terapie

Colonnello Gianluca Valerio: “Colpiremo chi infiltra imprese e politica”
Il colonnello Gianluca Valerio, vicecomandante del Ros, intervistato dal QN, sostiene che questo sia “proprio il momento per andare fino in fondo. Con la cattura di Matteo Messina Denaro finisce un incubo, ma per noi continua in maniera ancora più risoluta l’attività di investigazione nella quale, come stiamo facendo, dobbiamo accelerare in maniera fortissima per debellare la rete di protezione su cui ha potuto contare e, più in generale, per arrivare a colpire l’altissima capacità di infiltrazione, attraverso la corruzione, della Cosa nostra siciliana nel mondo dell’impresa, dell’economia, delle professioni, ma anche della politica”. Secondo il colonnello Valerio, “Messina Denaro si porta dietro il profilo e il Dna dei vecchi capi” ma “è anche il protagonista di questa evoluzione che porta alla capitalizzazione e all’investimento degli ingenti patrimoni che nel frattempo si sono accumulati nella prima fase di razzia criminale e di sviluppo dei traffici. Lui cerca di farsi inseguire, come in un falso scopo, fino a immaginare che lo Stato, senza più colpi di lupara, si dimentichi di lui. Un po’ come una lepre che continua a correre per farsi inseguire e distrarre i cacciatori dalle altre lepri”. 

La mafia fattura 40 miliardi l’anno, ma il valore è sottostimato
La Mafia Spa fattura 40 miliardi all’anno, pari a oltre il 2 per cento del nostro Pil. Si tratta di un giro d’affari inferiore solo al fatturato di Gse (Gestore dei servizi energetici), di Eni e di Enel, ma si tratta di dati sottostimati. È quanto emerge da uno studio della Cgia, che definisce “imbarazzante” come dal 2014 l’Ue, con apposito provvedimento legislativo, consenta a tutti i Paesi membri di conteggiare nel Pil alcune attività economiche illegali: come la prostituzione, il traffico di droga e il contrabbando di sigarette.


di Mino Tebaldi