“Il lavoro che c’è”

martedì 6 dicembre 2022


Si parla spesso di lavoro, ma non sempre si ha la consapevolezza del rapporto esistente nel mercato del lavoro tra offerta e domanda.

Il libro Il lavoro che c’è e reddito di cittadinanza (edizioni Ponte Sisto), ci offre una lettura diretta tra le esigenze di coloro che cercano un lavoro e le opportunità che offrono le aziende. Molti parlano di coloro che cercano lavoro, ma non conoscono le persone in carne e ossa con le loro problematiche, anche psicologiche, che sono comunque presenti in ognuno di noi, e che ci orientano nelle nostre scelte. L’autostima, la voglia di farcela, di mettersi in gioco, ma anche la sfiducia, la paura di essere giudicati, il ritenersi incapaci, sono le caratteristiche che in modo consapevole, o inconsapevole, determinano il nostro comportamento, il nostro successo od insuccesso. Gli autori Roberto Giuliano, un sociologo ed ex sindacalista della Cgil, e Patrizia Baratto, una psicologa ed ex sindacalista della Uil, in questo viaggio nel mondo del lavoro mettono a nudo le contraddizioni di un mercato che non funziona, sia per le mancate scelte delle istituzioni, se non sbagliate, sia per il mancato coordinamento delle strutture pubbliche e private con il mondo delle imprese.

Nella prefazione l’ex ministro Maurizio Sacconi afferma: “Presento molto volentieri questo libro dedicato al lavoro che c’è perché vi ritrovo quel metodo riformista che ha segnato le esperienze migliori nelle politiche per una società attiva. Marco Biagi individuava nel tasso di occupazione, cronicamente il più basso in rapporto ai livelli di crescita economica, la evidente anomalia italiana. Ed era solito ricondurla al sovraccarico ideologico che ha lungamente viziato la nostra regolazione del lavoro da leggi e da contratti”.

Gli autori manifestano una grande onestà intellettuale nell’affrontare la tematica del reddito di cittadinanza, nonostante la loro esplicita denuncia del fallimento di questo strumento, riconoscono che con la pandemia ha realmente svolto una funzione di ammortizzatore sociale nei confronti della povertà. Ma gli autori ricordano anche che il Rdc era stato concepito per favorire politiche attive del lavoro e non come un obolo per la povertà, dunque obiettivo totalmente fallito.

Non a caso nella sua introduzione Giuliano Cazzola, ex sindacalista della Cgil ed esperto del mercato del lavoro, scrive: “Certo, gli ammortizzatori sociali hanno una precisa funzione: in continuità del rapporto di lavoro, quello di salvaguardare il posto di lavoro e il sostegno economico dei lavoratori in circostanze di difficoltà, transitorie o strutturali, dell’azienda in cui sono occupati; nel caso di risoluzione del rapporto di lavoro, per motivi individuali o collettivi, l’erogazione delle prestazioni previste, al di là della garanzia di un reddito per un ragionevole arco di tempo, devono sempre più essere inseriti in un progetto di ricollocazione corredato della necessaria riconversione professionale mirata a ricostruire l’occupabilità del lavoratore quale premessa indispensabile per un nuovo impiego”.

Un libro che si legge agevolmente e che, come spiegano gli autori, non è né un manuale né un libro di introspezione sociale, ma uno spaccato della realtà che non sempre i giornali ci raccontano e, dunque, uno strumento utile affinché il legislatore, le imprese, gli enti di formazione e di reclutamento possano individuare i limiti delle attuali disposizioni.


di Redazione