Una nuova logica della prevenzione

martedì 6 dicembre 2022


Dopo i disastri di terremoti, frane, esondazioni, crolli e soprattutto dopo le morti, è troppo facile dare la colpa alla mancanza di rispetto delle norme e individuare il male assoluto ricordando le lucrose sanatorie fatte dallo Stato e dai partiti per i vari tipi di abusi. In queste ore è un susseguirsi di dichiarazioni di esperti, di associazioni e di sindaci. Tutte voci che a posteriori lanciano strali, rimproveri e rammarichi per il “non fatto” nei confronti di chi ha commesso illegalità e di chi non ha saputo e voluto controllare. L’elenco qui è lungo e impegna molto in prima persona la politica e la Pubblica amministrazione che da anni mostrano la loro colpevole irresponsabilità e inefficienza. L’aggiornamento del Governo di Giorgia Meloni si è manifestato recentemente con la delega al ministro Nello Musumeci del Dipartimento di Protezione civile. Senza la retorica ormai consunta, il nuovo incarico al ministro per il Sud e la Coesione territoriale, in questo tempo di emergenza climatica, di disastri ambientali e, in ultimo, del movimento franoso di Ischia, avviene in un momento di scelte e di decisioni non rinviabili per l’Italia e la stessa Protezione civile.

La tragedia di Ischia chiama anche in causa, ovviamente sotto una prospettiva di più ampio respiro, Gennaro Sangiuliano, prestigioso ministro della Cultura, oltre all’energico Pichetto Fratin ministro per l’Ambiente che sembrerebbe propenso a far arrestare sindaci corrotti. Di fatto tutto il territorio della nazione, dai musei, all’intero patrimonio storico del costruito, fino alla protezione paesaggistico-ambientale configura la cultura come bene materiale e immateriale da proteggere e trasmettere direttamente nelle mani di questi ministeri. In tal senso crediamo sia onere e responsabilità particolarmente del ministro Sangiuliano anche quello di promuovere iniziative volte alla difesa attiva e passiva dell’enorme ricchezza culturale di cui l’Italia dispone.

Affidabilità e terzietà tecnico-operativa

Sotto questo aspetto il Dipartimento di Protezione civile, proprio a seguito dei provvedimenti che il Governo ha varato con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, deve poter assumere decisioni tutte comunque finalizzate alla ripresa ed al rilancio sistemico del Sud e più in generale alla realtà del territorio italiano. A fronte dei grandi temi del sistema culturale del Paese e visti gli scenari che si presentano, è proprio la Protezione civile che per effetto della sua grande affidabilità e terzietà tecnico-operativa che la caratterizza rispetto alla politica, viene a trovarsi oggi a fare i conti con la sua storia e soprattutto con il futuro per il suo possibile nuovo grande ruolo tutto da ripensare in termini organizzativi per la difesa e la protezione quale affidabile super visore del patrimonio storico-ambientale e culturale italiano. I finanziamenti previsti dal Pnrr – destinati alle riforme e agli investimenti di cui l’Italia, come Stato unitario, ha urgente necessità tramite i fondi europei – richiedono anche da parte delle strutture tecnico amministrative nuovi adattamenti (forse anche costituzionali) e, in taluni casi, una totale riconfigurazione programmatica conforme all'impianto sistemico che il Piano tutto richiede.

Protezione ex ante mediante e pianificazione co-partecipata

In questo caso, per il Dipartimento di Protezione civile si apre l’opportunità, proprio in quanto Istituto politicamente indipendente dai territori su cui opera attraverso le sue emanazioni (Regioni, Comuni), di rilanciare il suo ruolo ad alta vocazione sistemica e culturale integrata. Insomma una sorta di Centrale di coordinamento, aggiornata ai mutamenti in atto nel mondo (climatici, ambientali, eco sistemici), indirizzata verso un nuovo modo di ripensare anche la “protezione”, mediante una pianificazione co-partecipata, in vista di una funzionalità territoriale nel suo complesso sostenibile, concordata e condivisa laddove necessarie emergono le diverse competenze dei Ministeri della Cultura e dell’Ambiente. Azioni che non possono limitarsi come è ora, per un futuro effettivamente sostenibile dove l’integrazione e la funzionalità dei servizi strutturali siano indispensabile, al già collaudato – ma “unico” – intervento dell’assistenza e del soccorso ex post svolto dalla sua creazione con grande merito e incisiva efficacia. Ma aprirsi ove possibile alla salvaguardia ex ante dei beni culturali da problematiche di carattere sismico, idrogeologico o addirittura da incendio. Una vasta gamma di nuove competenze sono attualmente tutte da reinterpretare sulla base di una concezione innovativa della prevenzione, della prevedibilità e dell’intervento sulle quali impegnare la presenza scientifica e proattiva del Dipartimento, vero e proprio Hub indispensabile per raccordare trasversalmente le diverse attività dei Ministeri in capo a cui sono incardinate le specifiche competenze e per superare le talvolta presenti divisioni regionalistiche.

La migliore protezione è prevenire

Tra le principali macro-missioni emergono oltre alle infrastrutture e ai trasporti, l’ambiente naturale e antropico, la rivoluzione verde e la transizione ecologica e altro ancora. Nei fatti, all’attenzione dei ministri Musumeci, Sangiuliano e Pichetto Fratin, si pone il problema del risanamento territoriale e ambientale dove la presenza del Dipartimento può mettere in campo metodologie e azioni per prevenire la insostenibilità, l’inefficienza e il degrado, predisponendo e concordando innovativi piani di azione da concordare con le Regioni per rendere coerenti i nuovi obiettivi strategici con quelli più datati e ancora non aggiornati rispetto ad una nuova e più vasta logica della prevenzione.

Un punto di vista indipendente

Una presenza qualificata quella del Dipartimento di Protezione civile a fronte della necessità soprattutto della verifica e del controllo nei più alti momenti di definizione delle decisioni riguardanti il territorio nazionale, dai trasporti ai piani territoriali, dalle infrastrutture strategiche, ai nuovi piani regolatori territoriali e comunali: quando troppo spesso questi ultimi sono oggetto di poca attenzione nei confronti del “rischio” e molto più esposti alla pressione e agli interessi della politica. Un ulteriore nuovo e gravoso impegno di scelte e di indirizzo quindi quello del ministro Musumeci in merito ai provvedimenti del massimo efficientamento del sistema delle reti materiali (Pnt) e immateriali in vista dello sviluppo su reali basi di sostenibilità ed efficacia. La pianificazione dello sviluppo territoriale, dei singoli piani urbanistici, dell’apparato logistico e intermodale, del sistema trasportistico, laddove il Dipartimento avrebbe da esprimere un suo più informato e soprattutto indipendente punto di vista, orientando per competenza e capacità decisionale gli orientamenti tecnici più corretti in funzione della prevenzione e dello sviluppo sostenibile. L’orizzonte della ripresa italiana deve passare al più presto anche attraverso questo speciale tipo di “filtro”, trasformando in modo non retorico ciò che si presenta come un problema per l’Italia in una grande opportunità di cambiamento nella certezza della protezione dal rischio in termini di prevenzione, controllo e decisionalità. In meglio, riscoprendo anche qui il promesso Merito.

(*) Vicepresidente Cesp (Centro Europeo Studi Penitenziari)


di Domenico Alessandro De Rossi (*)