Il caso Balenciaga: arrivano le scuse di Demna Gvasalia

domenica 4 dicembre 2022


Demna Gvasalia fa marcia indietro. “È stata una scelta artistica sbagliata”. Lo stilista georgiano, che nel 2015 ha preso le redini della maison Balenciaga divenendone il direttore creativo, da giorni è al centro di un’aspra polemica per la promozione di una serie di campagne pubblicitarie dal sapore bondage-sadomaso che sfruttano sessualmente l’immagine di bambini. Gvasalia ha ammesso: “Non è stato appropriato avere bambini in foto che promuovevano oggetti che non hanno nulla a che fare con loro”. Lo stilista, che ha rilanciato la popolarità di Balenciaga a colpi di provocazioni e moda di strada, ha deciso di scusarsi pubblicamente.

Le immagini dello scandalo, in cui bambini tenevano in mano orsacchiotti con imbracature fetish come in alcune borse disegnate da Balenciaga, sono state ritirate dalla circolazione. Demna ha aggiunto che lavorerà con organizzazioni che proteggono i minori “per aiutare sulla terribile questione” dello sfruttamento sessuale dei bambini. A complicare la situazione, si era intromesso a gamba tesa Kanye West: pur essendo stato scaricato in ottobre dalla casa di moda per le sue esternazioni antisemite, il rapper e stilista ex marito di Kim Kardashian aveva difeso su Twitter lo stilista con cui in passato è stato protagonista di numerose collaborazioni, l’ultima alla Fashion Week di Parigi. “Sto dalla parte di Balenciaga e denuncio ogni caccia alle streghe. Il traffico dei bambini non comincia né finisce con una campagna di moda. Mai voltare le nostre spalle a Demna e la famiglia di Balenciaga per la vita. Cancellate la cancel culture”.

Le esternazioni del rapper, che in un terzo messaggio ha ammesso che la dipendenza dalla pornografia gli ha “rovinato la famiglia”, sono state poi interrotte quando, dopo aver postato un tweet con una svastica dentro una stella di Davide, il neo-proprietario del sito di microblogging Elon Musk, gli ha sospeso il profilo. Kanye era l’unica voce finora scesa apertamente in campo in difesa di Balenciaga. Nei giorni scorsi si era schierata contro l’ex moglie Kim Kardashian, una delle muse di Demna, annunciando che avrebbe “rivisitato la sua relazione con il brand”. L’influencer è poi passata dalle parole ai fatti, rifiutandosi di partecipare, secondo Tmz, a una nuova campagna promozionale e rispedendo al mittente alcuni capi Balenciaga che avrebbe dovuto indossare a prossimi eventi.

Frattanto, su TikTok alcuni clienti hanno postato video in cui distruggono abiti, borse e scarpe di Balenciaga per protesta. È rimasta invece in silenzio Nicole Kidman. Neanche una settimana fa l’attrice ha pubblicato su Instagram una sua foto con addosso un trench di pelle nera della collezione Balenciaga primavera 2023 e il pressing dei fan che hanno riempito di commenti negativi il suo profilo social non l’ha ancora indotta a prendere le distanze. Silenzio anche da parte di Salma Hayek e del marito François-Henri Pinault, ceo di Kering, la parent company a cui fa capo la casa di moda.

Come scrive Andrea Batilla su Domani, “da questa ennesima tempesta mediatica che coinvolge il mondo della moda si possono ricavare almeno un paio di insegnamenti. Il primo è che ciò che può essere detto e ciò che non può essere detto pubblicamente, fuori o dentro un’iniziativa commerciale, viene spesso stabilito dagli umori della massa indistinta degli utenti dei social molte volte guidati da troll, cioè personaggi che intenzionalmente fanno crescere il livello di conflitto senza che ci sia un reale motivo. Quando l’onda mediatica raggiunge proporzioni ingestibili il pensiero delle persone va quasi unilateralmente in quella direzione e non sembra più possibile opporsi, anzi sembra un’impresa pericolosa, per non dire mortale. La seconda questione riguarda quanto sia possibile usare un progetto commerciale globale come Balenciaga per fare passare messaggi sociali o politici a volte fortemente divisivi”.

 


di Redazione