Ci stiamo salvando?

mercoledì 23 novembre 2022


Quale che sia il Governo, passeremo, l’Europa e il mondo, brutti momenti stagionali. L’Ucraina è una malattia, disgraziatissimamente complicato sanarla. Non è tempo, non dovrebbe essere tempo di discussioni, di polemiche, la catastrofe si universalizza, bisogna superare le parti, se riusciamo ad avere sguardo mondiale, altrimenti rischiamo tutto. Chi non vuole risolvere questa situazione? Individuarlo, per non continuare una contesa inutile e rovinosa, ormai. Sono gli Stati Uniti, gruppi americani legati a ucraini? Sono gruppi russi? Sono nazioni europee dell’Est europeo che valgono zero? Non importa! Volere noi, se vogliamo qualcosa noi! E dobbiamo volere assolutamente la pace, che eviterà un alibi ucraino: la crisi interna al capitalismo generatore di sconquasso dell’assetto delle potenza, immane. Gli equilibri sono finiti, siamo nel dissesto degli equilibri e occorre realisticamente, realisticamente, realisticamente vedere, vagliare, pesare la nuova realtà.

Gli Stati Uniti non vogliono che la Russia si leghi all’Europa, intendono chiudere la Cina commercialmente, inoltre non si riesce a stabilire un equilibrio della popolazione con l’automazione tecnologica, e anche questo sconvolge il mondo. Si prospettano delle soluzioni patologiche, guerre, pandemie, “soluzioni” dissolutrici, se continua la non presa di coscienza di conoscere, affrontare, e risolvere tenendo conto della realtà andremo a baratro, un dilettantismo irrealistico distruttivo per la inadeguatezza diagnostica rispetto ai problemi, una marea senza bastioni, disoccupazione di massa per eccesso di fiducia nella innovazione tecnologica, rovina immobiliare, inflazione a corto circuito fulminante e aiuto in disavanzo: un morso velenante.

Dietro la porta, guerre e pandemie, soluzioni distraenti e affliggenti. Popoli, popoli, via, riscopriamoci popoli nazionali-internazionali, salvarci, individui e insiemi, insiemi di individui, basta misurine contagoccianti, cavallucci marini, un enorme sforzo di laboriosità, sforzo di laboriosità non questa mentalità di largire a debito senza lavoro, mantenere il disoccupato mantenendo la disoccupazione! Infesta l’animazione vitale, imbottisce la spina dorsale, fare, fare, fare, è degenerativo quanto accade, invece di risolvere il dilemma dell’occupazione si largisce al non lavoro, mantenendo il disoccupato quale disoccupato, quindi mantenendo la disoccupazione. Incredibile: favoriamo la disoccupazione mantenendola! Indebitando il Paese, incanagliando le persone all’ozio con la ruggine nel cervello, è patologia sociale, non è lo scampo, anzi il burrone coperto di incannucciato, un cerchio che divora se stesso, debito, debito, debito, inerzia, mantenuti a divano letto, che soluzione è questa, il debito è una soluzione, il non lavoro è una soluzione? Tutti a lavorare, tutti! Solo chi non può lavorare ha diritto a essere mantenuto, non si sta in società senza doveri e diritti.

Il dovere di chi può lavorare e non lavora è lavorare, il diritto di chi non lavora perché inidoneo oggettivamente è di essere sostentato. Manca il lavoro? Impossibile. Chi non lavoro e potrebbe lavorare non lavora perché manca il lavoro? E a quale regno dell’inconcepibile si pone questa leggenda? Dunque aiutare a spazzaturaie i rifiuti sarebbe un delirio? Accompagnare i bambini altrui a scuola, è follia? Dare lezioni? Concedere abitazioni in abbandono da rifare? Sostenere imprese di lavoratori, lavoratori imprenditori, una stravaganza? Campagne cittadine, addirittura nazionali per lavorare massimamente, certo non per i profittatori ma per la Nazione, e scambi di prestazioni, tu hai la macchina e mi accompagni, io sono docente ti faccio lezione. Lavorare non stanca. Ma come si può favorire che un giovane, ma a qualsiasi età(!), faccia dell’ozio remunerato una virtù di sopravvivenza! Serve a mantenere la gente? Perché, se lo manteniamo e lavora non è mantenerlo? Non c’è lavoro? Impossibile.

Se realmente la società dovesse da oggi in avanti avere milioni di persone senza lavoro remunerato ciò significherebbe che la società è malata e a ragione accresciuta dovremmo scoprire soluzioni! Ma come, milioni di persone non hanno lavoro e noi risolviamo il non lavoro pagando perché venga mantenuto come non lavoro. Infettiamo il cancro al sangue con sangue infetto di cancro al sangue! Ma che razza di mentalità percorre il nostro pianeta? Hanno favorito la Cina credendo di avere un mercato per il capitalismo a basso costo, finché non era potente, benissimo, resa potente scoprono che devono eclissarla! Abbiamo vissuto decenni con le convenienti energie russe e ora ci impongono di acquistare ad alto costo per scemare la Russia e dare mercato ad altri Paesi! Certo, la lotta per ottenere spazi alla potenza produttiva esuberante. Possiamo tuttavia considerare i vantaggi e la realizzabilità? Qualcuno suppone che Cina e Russia abbiano intenzione di farsi comprimere o che riusciamo a comprimerle? Se ne può discutere? Milioni di persone sono disoccupate e noi le paghiamo perché restino disoccupate, manteniamo la disoccupazione invece di tentare soluzione alla disoccupazione.

O diamo per sicuro che non vi è soluzione? Ma allora in che società ci volgiamo? Diceva il rispettabile Emile Durkheim che la società esiste pe suscitare lavoro...sociale! L’elemosina di Stato non è generosità è fallimento della società. Una mentalità cinica avvilisce le persone elemosinandole. È disprezzo ammantato e incapacità aspersa di beatificazione. Quanto siamo buoni! No, siamo incapaci e sprezzanti. Pagare per non lavorare e non cercare, suscitare lavoro è la quintessenza dell’ignavia, dello Stato e dei cittadini. L’Imperatore Traiano aveva dei consiglieri amici i quali lo informavano, allorché in molti vivevano senza operosità, di indicare ragioni di occupazione e provvedere. I romani sostenevano che c’erano tante bisognosità.

Che è accaduto, siamo società che non hanno da risolvere carenze? Se vi sono carenze vi è da lavorare! Scatenare la volontà di lavoro. E cessiamo il contagocce sociale. Il lavoro è un tratto etico. Bisogna credere in un qualche ideale per lavorare! L’economicismo ragionieristico uccide l’economia. E prendere atto che rimettere la Cina in una segreta recintata, e la Russia a ingoiare le sue materie prime non è verosimile. Allora? Coscienza delle situazioni e tentare di risolverle secondo realtà, coscienza del reale. Se vogliamo rovinarci, almeno esserne coscienti. Al presente? Non ci stiamo salvando! Non soltanto noi, chiaro. Straordinaria concezione ulteriore: i reggenti ucraini non intendono stabilire una ipotetica tregua, i russi ne darebbero impiego per riorganizzarsi.

E quale evenienza di non cessare il conflitto allo scopo di sfiancare la Russia consigliano ai loro cittadini ucraini di andarsene all’estero! Eroismo? Confusione mentale? Voglia mascherata di continuare la guerra per scopi di ampiamento del conflitto? Sembra una perdita cosmica di vie di uscita in ogni campo e da chiunque. Tanto per avere la compagnia di persone ragionevoli, Renato Cartesio si imponeva dopo ogni analisi di analizzare l’analisi. Laborioso. Ma forse scoviamo qualche errore. Lo chiamava, Cartesio, “dubbio metodico”! E Immanuel Kant, esagerava: voleva che la ragione ragionasse sulla razionalità della ragione! Che sprovveduti perfezionisti! Noi risolviamo la disoccupazione pagando perché resti la disoccupazione, e la vittoria espatriando cittadini a centinaia di migliaia o fuggendo da una città “conquistata” non supponendo di essere bombardati! Noi ingigantiamo altri Paesi e vogliamo nanizzarli! Ma che intendiamo ottenere? Facciamo l’analisi dell’analisi! Critica della Ragion (im)pura!


di Antonio Saccà