Elogio dell’individuo

mercoledì 16 novembre 2022


Non è facile determinare l’esistenza in periodi come l’odierno. Vi sono indubbiamente persone decise che sanno quel che vogliono e lo vogliono, e si limitano a tale scopo. Vi sono persone dubitanti, le quali hanno l’impressione che a decidere ci si inoltri in una tale rovina da pentirsi di essere stati così certi del cammino. Non saprei dire quale scelta è la migliore e quindi sto tra i dubitanti. Non sono convinto che l’Occidente difenda la libertà nella democrazia. Sono convinto che lottiamo contro poteri autoritari e totalitari ma non sono convinto che noi lottiamo per la democrazia liberale. Vale a dire: non è che se uno lotta contro il totalitarismo e l’autoritarismo lotta per la libertà e la democrazia. È un equivoco all’ingrosso mentale. Ecco il dubbio perseguitativo che non riesco a superare.

Può accadere che noi lottiamo per un dominio impossibile, come ho detto e scritto tante volte, rivestendolo di lotta all’autoritarismo ed al totalitarismo ma al tempo stesso in nome di questa lotta perdiamo noi la libertà democratica, anzi: la libertà! Siamo entrati in un percorso che non dà certezza di escludere una guerra lunga con la diffusione del conflitto all’Europa, Europa contro Russia. Sono timori del tutto personali? Non ne voglio dare una visione accertabile, è un timore, il timore che si voglia ampliare il conflitto dell’Europa contro la Russia e addirittura non si voglia evitare uno scontro più consistente con la Cina.

Queste determinazioni comporterebbero una restrizione netta delle libertà in quanto gran parte della popolazione non consentirebbe a tali determinazioni, che si potrebbero attuare a costo di compressione della popolazione. Ciò comporta un paradosso, noi avremmo una restrizione di libertà per difendere la libertà! Si dirà, è stato sempre tale il costo della difesa della libertà: saperla anche limitare, al momento necessario. Vero. Ma sono i margini che vanno considerati. E l’esperienza della Pandemia, sconforta in ogni aspetto. Pervenire a recidere la sopravvivenza a chi non si disponeva a farsi inoculare da un vaccino non vaccinale (non immunizzante) resta un marchio come indegnità dei decidenti. Il timore, ripeto: puro soggettivismo, è che potremmo connettere guerra e restaurazione della pandemia, magari con altri motivi virali, e l’ordine pubblico sanitario e di difesa nazionale ridurrebbe la libertà critica volatile. Si dirà: è indispensabile per la salute e per la difesa. Non discuto.

Dico soltanto che per difendere le libertà scemeremo la libertà, ed è da ipotizzare se è la via giusta. Per una ragione che ho esposto diffusamente. Limitare la libertà impedisce di percepire se stiamo commettendo storpiature nel limitarla. Come possiamo giudicare sensata la nostra opinione se impediamo l’altrui opinione? Per falsificarla occorre renderla libera. Non bisogna fare della libertà un tabù da non toccare, ma una certa sacralità occorre attribuirgliela. Perché combatteremmo autoritarismo e totalitarismo se noi impedissimo la libertà critica di consenso e dissenso! E dico: libertà, non democrazia. La democrazia può volgersi al dominio, basta un consenso di massa. La libertà individuale, l’io penso, l’individuo, il sentirsi capaci di una propria opinione. Bisogna ricoltivare l’individuo, che non è individualismo, ma soggettività valutativa che approva o non approva l’altrui soggettività valutativa. Guerre e pandemie sono fenomeni trascinanti che possono, appunto, trascinare l’individuo vulnerandone l’individualità.

Possono esistere meravigliosi movimenti di massa. Purtroppo anche aberranti correnti massa. Non abbiamo a tutela che l’io penso che accetta e rifiuta. Al presente, l’individuo che intende suscitare qualcosa che vale sente l’uragano che potrebbe avvolgerlo e condurre all’annientamento. L’individuo sente il suo essere individuo sottoposto a queste forze distruttive di massa che gli vulnerano l’operare, il creare. Eppure bisogna mantenere forza creativa e ritenere che tentare qualcosa che valga ancora, vale. Che il nostro futuro non apparterrà esclusivamente alla guerra, alle pandemie, alle masse unilaterali distruttive. All’opinione collettivizzata di gregge, capace di impeti eroici, capace di infamie. Anche l’individuo può degradarsi ma può ritrovare il giudizio personale. I movimenti di massa sopprimono l’individuo. Difficilmente con guerra e pandemia l’individuo reggerebbe. Ma “deve” reggere!


di Antonio Saccà