martedì 15 novembre 2022
Nel recentissimo colloquio dei presidenti, cinese e statunitense, il presidente Xi Jinping, cinese evidentemente, ha detto la frase decisiva per il XXI secolo e di chi sa quanto tempo successivo, fin quando popoleremo altri pianeti. Ormai dovrebbe occuparsi di politica chi ha fantasia sociale e consistenti studi sociologici. Il resto, dice ma non sta nel XXI secolo. Che ha di specifico il nostro secolo? L’attuazione concreta della possibilità di una espansione mondiale dei sistemi produttivi.
Quando, all’inizio del XX secolo, venne concepita la lotta degli imperialismi, in specie da Lenin e da Rosa Luxemburg, prevista da Karl Marx nel terzo libro de Il Capitale, e da altri, era una esagerazione profetizzante. Nessuna paragonabilità con il XXI secolo.
Definire imperialisti la Francia, la Germania, la Russia Zarista, il Giappone, l’Inghilterra, sia pure, ma rispetto all’imperialismo “nucleare” di Russia, Cina, Stati Uniti odierni siamo nel relativo minore. Lo stesso in zona produttiva. Una poli-nazionale odierna annichilisce le massine strutture del XX secolo. Inoltre, evento sostanzialissimo, il colonialismo vecchio stile è vulnerato, presso che ogni angolino tenta e pretende di svilupparsi, il che ha novità nei comportamenti. È difficile sottomettere, perfino militarmente. Molti Paesi cercano di bombarsi atomicamente, il che non facilita il controllo.
Dunque? Dunque un secolo accidentatissimo per delle antitesi dalla angosciante sintesi. Infatti: quale dialettica (sintesi) possiamo stabilire se la Cina può invadere il mercato mondiale e gli Stati Uniti non ammettono? Quale sintesi costruire se la Russia si arricchisce commerciando con l’Europa mentre gli Stati Uniti negano alla Russia la possibilità di accrescersi (e di fatto anche all’Europa)? Al dunque, in che consiste la contraddizione non ricondotta a sintesi, non superata con un processo dialettico incruento?
Consiste nella umanizzata potenza produttiva che rende una sola di queste potenze, peculiarmente Cina e Stati Uniti, idonee a pervadere il mondo, quindi senza dare all’altra, agli altri posto, esistenza. Mentre nessuna potenza del XX secolo era in condizioni di estendersi all’intero pianeta oggi questo è insieme possibile e impossibile, possibile in quanto a potenza, impossibile o cruentissimo, per la opposizione di chi ha altrettanta potenza (imperialismo nucleare). Che fare? È da anni che Russia e Cina proclamano che gli Stati Uniti devono, dovrebbero accettare la originalità della fase nucleare dell’imperialismo e della fase multilaterale delle economie mondializzanti, capaci di espansione mondiale, appunto. Sembra una assurdità anche logica: come esistere se tre potenze sono in grado di dominare il mondo!
Se sono in grado di dominare il mondo come possono coesistere? Non vi è spazio, ciascuna potenza tenta lo spazio idoneo alla sua potenza: il mondo! Un labirinto senza filo. Eppure Xi Jinping e la Russia insistono: dobbiamo cercare di coesistere senza tentare un dominio mondiale avendo forza sufficiente al dominio mondiale! Davvero una circostanza mai accaduta. Nessuna potenza nei millenni trascorsi ebbe forza planetaria, non gli imperi orientali, non l’Impero romano, non l’Impero inglese. Che dice Xi Jinping: “Il mondo è vasto al grado che possiamo aver posto tutti”. Ma come, se una sola potenza riuscirebbe o potrebbe tentare di dominare il mondo, che senso ha dire che il mondo è vasto sufficientemente per dare posto a tutti?
Assurdo. E invece è l’assurdità che dobbiamo comprendere se intendiamo vivere il nostro secolo non con la logica del XX secolo. Appunto avendo difficoltà reali a non convivere dobbiamo convivere, sforzarci di convivere, con rinunce vicendevoli, rinunce vicendevoli. E con spaziature su frontiere inesplorate, aumento mondiale dell’offerta e della domanda, fioritura dei deserti, abitabilità dei pianeti. C’è posto per tutti se ampliamo la visuale! Stiamo vivendo il XXI secolo come il XIX e XX secolo. Ma come non rendersi conto che a potenze realmente mondiali è necessario allargare lo sguardo se vogliamo coesistere, allargare lo sguardo fino ad ampliarlo dando posto a tutti, ed è possibile se abbiamo come scopo coesistere.
Se non vogliamo coesistere e crediamo persistente il tempo dell’imperialismo unilaterale non è perché non possiamo coesistere ma non vogliamo coesistere. Un bivio. Incredibile, avremmo una potenza produttiva idonea a sanare l’umanità! Possibile che serva a distruggere l’umanità! Sono discorsi realistici. Qualche rinuncia, qualche compromesso, e via la potenza produttiva a beneficio dell’umanità. Non vi è alcuna utopia, solo un cambio di mentalità adeguata al presente e al futuro. E non si tratta del “ricatto nucleare”. Cedere per il ricatto nucleare. Per niente. Si tratta della integrazione di sistemi produttivissimi cercando quale scopo la vastità idonea a beneficio dell’intera umanità. Rapporto tra domanda e offerta. Chiaro come il sole di un pomeriggio senza nuvole visto ad occhio nudo così tanto è sereno. Oppure: la coincidenza degli opposti (coincidentia oppositorum). Coesistenza di sistemi produttivi mondiali che ampliano domanda e offerta.
di Antonio Saccà