giovedì 27 ottobre 2022
“Le morti sul lavoro sono inaccettabili in un Paese moderno”.
Lo ha detto Sergio Mattarella appena due settimane fa. Secondo i sindacati sono oltre 600 le vittime sul lavoro dall’inizio dell’anno. Per Carlo Soricelli, creatore dell’Osservatorio di Bologna sui morti sul lavoro, sarebbero addirittura il doppio. Se ne è parlato a Pergine Valsugana (Trento), nel corso di in un convegno organizzato dal Centro studi Vox Populi e dal think tank Il Nodo di Gordio. È stata un’occasione per ricordare l’impegno delle due associazioni che, in passato, avevano promosso un Festival sulla sicurezza del lavoro. Si è trattato di una iniziativa a 360 gradi, con convegni di alto livello e con ospiti prestigiosi, con teatro, musica, mostre fotografiche. Non solo in Trentino-Alto Adige, ma con manifestazioni replicate in varie parti d’Italia.
È arrivato il momento di riprendere il discorso, anche perché gli incidenti sul lavoro sono ripresi non appena sono finite le restrizioni per il Covid. Il profitto conta più della prevenzione. E i milioni di lavoratori non assicurati all’Inail o, semplicemente, in nero, non finiscono neppure nelle statistiche degli incidenti. Ogni tanto, quando a morire sono i ragazzi impegnati nell’alternanza scuola-lavoro, i media si degnano di concedere un minimo di spazio. Per poi tornare alla solita indifferenza. La stessa che caratterizza il mondo dell’arte. Basti pensare a quanti anni sono trascorsi dall’ultima canzone di successo dedicata alle vittime sul lavoro.
di Redazione