Il vero scontro

domenica 16 ottobre 2022


Anni trascorsi ebbe considerazione la teoria e la tesi dello scontro tra le civiltà. In effetti, le civiltà si scontrano da sempre e da sempre si relazionano, trasmettono elementi spesso rendendoli coerenti ai diversi paradigmi. Vale a dire, un ingrediente che viene da altre civiltà assume aspetti modificati se intromesso in altra società. Questo accade specialmente per le divinità, la divinità coltivata da una società si trasforma in divinità diabolica in una diversa società. Il Diavolo è il Dio degli altri, ma può anche assumere caratteristiche mutate. Esempio maestoso, il Dio di Israele, che è lo stesso Dio dei cristiani, non essendolo. Scontro di civiltà? E chi lo riconosce ancora? Oggi siamo allo scontro delle categorie politiche ed economiche (mi riferisco alle categorie, capitalismo, comunismo, statalismo.

Lo scontro economico in senso stretto, mercati, concorrenza, dominio c’è come e più di sempre. Niente da obiettare, non fosse che invece il vero scontro che dovremmo considerare è lo scontro di civiltà. Che significa “scontro di civiltà”? Che civiltà difformi dalla nostra potrebbero annientare, distruggere tutta la nostra civiltà innestando una civiltà irrespirabile per noi dunque mortale. Desta qualche dubbio sulle capacità riflessive dell’Occidente la situazione che analizzo. Noi giustissimamente ci premuriamo, ansiosissimi della afflitta sorte delle donne in Iran e più generalmente nei Paesi islamici.

In taluni casi ne siamo oggettivamente complici da spregiarsi (Afghanistan), in altri casi (Algeria) non saprei che dire e non saprei che dire considerando il mondo islamico complessivamente. Il mondo islamico, complessivamente, è demograficamente in crescenza vitalissima e noi lo aiutiamo economicamente al massimo, e crolliamo demograficamente, essendo ormai certi che diverremo una prosecuzione dell’Africa “musulmana”, musulmanesimo che è radicalmente, ossia con radici totalmente anti-occidentali, basti rammentare che la nostra civiltà fondamentalmente estetica, iconografica verrebbe annientata dalla iconoclastia musulmana. Il più ovvio dei demografi paleserà che l’Europa si sfalderà demograficamente.

Ricordo che l’amico Antonio Golino, demografo, in una conversazione che riportai nel mio libro Lavoratore imprenditore, più di vent’anni fs, mi rilevava la desertificazione europea e io in un altro libro, Europa o morte (2001), scrivevo di immigrazione “sostitutiva”, ben difforme dalla immigrazione integrativa. Allora? Niente, come non detto. Ammazziamoci tra noi, continuiamo a vedere il nemico russo, e il russo a vedere il nemico atlantico europeo. Sembra di passeggiare in un ospedale di ciechi, sordi ma loquacissimi individui. Parlano ma non vedono e non sentono.

La nostra civiltà non la mette a rischio la Russia, i tratti essenziale estetici ed etici non li cancellerebbe la Russia, né lo faremmo noi nei confronti della Russia. Stiamo prendendo un abbaglio di sole nero, il nostro è un misero scontro di dominio mercantile. Anzi, sbaglio: lo stiamo riducendo tale. Lo stiamo riducendo tale! Chissà se capiremo che finanziare i Paesi musulmani, e la loro demografia, è la nostra rovina. Vivessimo in epoca illuministica, se un “urone” abitatore di altri mondi ancora ragionevoli ci sentisse discutere ogni puntuale secondo di guerra, livello di scontro, armare, riarmare, non darla vinta, se ne tornerebbe nel suo pianeta, considerandoci dei dissociati di mente.

Arricchiamo i Paesi che ci invaderanno! Badate che, se continua così, pochi anni e avverrà l’Eurafrica che non è l’Unione europea! E per di più una Eurafrica musulmana. Figurarsi, parlare ai ciechi e ai sordi. Certo, occorre impedire che un Paese sia in perdita del suo territorio. Bisogna però considerare che vi sono modi articolati di perdere il territorio. Noi ne sperimenteremo uno. Quello demografico.


di Antonio Saccà