Dalla Chiesa, quarant’anni di retoriche commemorazioni

venerdì 2 settembre 2022


Quarant’anni dall’uccisione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, di Emanuela Setti Carraro e dell’agente Domenico Russo, quarant’anni di banali e retoriche commemorazioni e, per molti quotidiani, telegiornali e testate on-line neanche la voglia di ricordare, di raccontare alle nuove generazioni l’eccidio di via Carini a Palermo.

Non bastano quaranta lunghi anni a farsi una ragione di quelle morti efferate, non ci permettono di raccontare una storia diversa rispetto ad una memoria, quando va bene, ad intermittenza.

Eppure, il generale Dalla Chiesa avrebbe meritato più attenzione, un’analisi storica profonda e reale per rivendicare il grande uomo, comandante impegnato nella lotta al terrorismo, l’uomo retto che non fu scalfito dall’infamia di accuse assurde ed infondate di aver preso parte alla Loggia massonica P2.

La morte del generale iniziò ben prima di quella inevitabile sotto i colpi dei Kalashnikov dei suoi assassini; una morte che fu anticipata dai tentativi di delegittimazione prima e dall’isolamento istituzionale dopo.

I suoi ultimi “Cento giorni a Palermo” (fu il titolo del film di Giuseppe Ferrara con uno straordinario Lino Ventura) furono caratterizzati dal più indegno degli atteggiamenti istituzionali: l’abbandono dell’uomo che creò i Nuclei antiterrorismo nei carabinieri e che diede scacco matto ad efferati terroristi, raggiungendo risultati storici assieme ai suoi uomini.

Erano gli anni di piombo e, tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta le istituzioni erano in balia della lotta armata, senza la capacità di contrastare attentati, violenze e rapimenti.

Fu nel 1982 che le istituzioni, su volere politico, decisero di “liberarsene” mandandolo allo sbaraglio a Palermo come Prefetto.

Il generale si trovò senza i “poteri speciali” che chiedeva per combattere la mafia, senza adeguate misure di protezione personale (la dinamica della sua uccisione lo conferma) e senza quel supporto politico (soprattutto delle forze dell’allora governo a guida Andreotti).

E, come ha più volte ricordato la figlia Rita, proprio Andreotti pronunciò una delle frasi più becere e terribili: “Chi si mette contro la Dc in Sicilia ritorna con i piedi davanti”. Una vera e proprio condanna, non pronunciata da un mafioso ma dal più importante personaggio politico dell’epoca.

Inoltre, ad aggravare il quadro storico della vicenda, una serie di contributi di collaboratori di giustizia che hanno puntato il dito contro alcuni politici, come Francesco Onorato, che con le sue dichiarazioni nel 2013 sosteneva che “l’eliminazione del generale Dalla Chiesa fu un favore (dei mafiosi palermitani) a Bettino Craxi e Giulio Andreotti”.

Insomma, in molti auspicavano morto l’uomo emblema della lotta al terrorismo che da giovane Capitano, a Corleone, fu uno dei primi a dare la caccia a Totò Riina.

Ma oggi cosa resta dell’integrità morale del generale Dalla Chiesa? Cosa l’Italia dimostra di saper fare oggi per non disperdere la memoria, l’impegno e la strategia investigativa? Restano grandi rimpianti, la consapevolezza di un Paese incapace di fare i conti con la propria storia passata, in cui prevale il timore del “politicamente corretto” che ha portato la Rai a decidere di rinviare la fiction, con Sergio Castellitto nei panni del generale, per la concomitanza della candidatura alle elezioni della figlia Rita.

Ma, per fortuna, c’è anche chi racconta la vita del generale Dalla Chiesa con documenti inediti e testimonianze, senza remore, con il coraggio e la determinazione di sempre: è il caso di Ambrogio Crespi, regista, curatore di Ultimo Tv, che con il colonnello Sergio De Caprio (Capitano Ultimo, ndr) intende rilanciare lo spessore morale e l’acume investigativo del generale Dalla Chiesa, la sua capacità di “far squadra contro il terrorismo e la mafia. “Una figura che continuiamo a raccontare per i giovani, per tutti coloro che credono nella cultura della legalità. Per noi lui non è morto ma, anzi, guida la nostra battaglia per la legalità, e continua ad ispirarci” conclude Ambrogio Crespi.

E, per celebrare il 40mo anniversario dell’eccidio di via Carini a Palermo, Ultimo Tv ci concede lo speciale in esclusiva, che potete seguire cliccando su questo link (disponibile da lunedì 5 settembre).


di Alessandro Cucciolla