Silva e Bardelli in pista: salvare le “motor valley” italiane

martedì 30 agosto 2022


C’è fibrillazione nelle tante “motor valley” italiane perché, se tra Emilia e Lombardia insiste l’epicentro del sistema imprenditoriale motoristico, non va dimenticato che in ogni cittadina italiana è forte la tradizione della riparazione e costruzione meccanica e di carrozzeria applicata a prototipi ed auto d’epoca. Un settore che partecipa da sempre alla ricchezza nazionale e che, prima del Governo Monti (circa dieci anni fa), permetteva all’Italia di rispondere alla committenza mondiale delle vetture artigianali e fuoriserie, con relativo restauro della oldtimer. Le normative europee nel campo dell’autoriparazione, introdotte circa un decennio fa, hanno falcidiato il settore, che ora rischia totalmente di chiudere i battenti entro i prossimi dieci anni.

L’Europa green ha messo all’indice le auto a benzina, e qualche pensatore s’è spinto anche oltre, dichiarando che tra dieci anni non si venderanno più auto nuove ai privati, ma solo alle grandi flotte di noleggio (che per legge avranno titolo ad intestarsi l’immatricolazione). E i grandi artigiani del motore e della carrozzeria che faranno? Soprattutto sconvolge che i raduni d’auto sportive e d’epoca vengano sempre più identificati dalle amministrazioni locali come eventi nefandi, come modalità aggregative per fermare la “rivoluzione green nella locomozione”. Così capita che collezionisti d’auto, piloti amatoriali e cittadini con il gusto del restauro debbano nascondere la propria passione per l’autovettura, vera icona futurista del Novecento. Il rischio è dietro l’angolo, ed in qualche parte d’Italia è già capitato che gruppi d’ambientalisti aggrediscano verbalmente chi s’è solo azzardato a sortire dal proprio garage con una sportiva anni Sessanta.

Ecco che due piloti iridati del passato secolo hanno accettato la sfida, non certo tra loro, ma contro i nemici della cultura automobilistica: così Pietro Silva e Gianluca Bardelli hanno preso come simbolo un percorso stradale di sei chilometri, che percorreranno rispettivamente con BizzarriniA3C e Pantera DeTomaso Gr4, simulando una competizione dei bei tempi dell’agonismo motoristico. La manifestazione ha raccolto il consenso dell’ex pilota francese Philippe Renault. Luogo del contendere sarà la terra di Sicilia, nell’ambito della Coppa Floriopoli che si terrà il 3 e 4 settembre prossimi. Una sana competizione, che vedrà girare le più belle auto d’epoca del mondo. Silva e Bardelli non hanno mai dismesso tuta e casco, e nella vita quotidiana continuano a coltivare la passione per la conservazione, il recupero e il restauro di vetture che hanno fatto sognare le passate generazioni e che, si spera, possano restare testimonianza per i posteri.

Certo, il Parlamento europeo ha votato il blocco di benzina e diesel dal 2035: ma può essere che dal 2035 potranno circolare solo le elettriche? E siamo proprio sicuri che un giretto domenicale e festivo a bordo d’una vettura sportiva datata faccia male all’ambiente? Oggi la battaglia politica è tutta sulle future deroghe per la Motor Valley italiana, ed anche per salvare le oltre tredicimila ditte (più l’indotto ricambistico, sellerie, rettifiche, carrozzerie) che lavorano sul restauro d’auto d’epoca. Senza contare che l’Italia è l’epicentro delle fiere specializzate in vetture e moto d’epoca: per la maggior parte concentrate nel triangolo Lombardia, Emilia, Veneto, anche se Piemonte, Umbria e Toscana vantano aziende di restauro con una media di quindici dipendenti.

Alcuni parlamentari avevano proposto un allentamento della proposta, con l’obiettivo di riduzione del 90 per cento delle emissioni di Co2 entro il 2035, invece del 100 per cento votato: avrebbe permesso alle case di lavorare sugli e-fuel e sui carburanti alternativi. È stato dimostrato che le supersportive e le auto d’epoca possono benissimo marciare con carburanti di sintesi ecologici ed alternativi, le eco-benzine. Ma gli ambientalisti hanno subito battezzato la proposta come “Norma salva Ferrari”: ovviamente intendevano norma che salverebbe le supercar. Qui la battaglia ambientalista si tinge davvero di crociata talebana contro la cultura della bella vettura. L’impatto sull’economia e sugli appassionati, e per tutte le tasche (c’è anche chi restaura l’utilitaria di famiglia), è davvero inimmaginabile, e sa tanto di visione oscura e non aperta al confronto.

Intanto, dalla solare Sicilia arriva il richiamo per tutti gli appassionati delle corse con vetture provviste di motore endotermico. Pietro Silva vinceva nell’Isola la Targa Florio edizione 1988 con Jaguar E-Type, mentre Gianluca Bardelli era il vincitore del Grand Premio di Imola del 1991 sempre Jaguar E-Type. Due vetture in qualche modo simili tra loro, soprattutto eredi del Jaguar E-Type Lightweight Gt che vinceva Le Mans nel 1963. Ma per questa manifestazione Silva e Bardelli non useranno vetture dalla meccanica spartana (il sei cilindri Jaguar sta’ bene in pista) ma auto piuttosto raffinate. La BizzarriniA3C è frutto della collaborazione tra Giotto Bizzarrini e l’ingegner Pietro Rivolta, che realizzarono una carrozzeria di gusto italiano ed altrettanto per il propulsore 5.3 V8 della Chevrolet, ma in grado di competere a Le Mans e Monza ed anche d’intercettare il gusto per l’uso stradale.

Invece, la Pantera DeTomaso Gr4 si può considerare l’unica vettura da corsa riuscita a sortire dal proprio tempo (il 1970) per sfidare in pista tutte le vetture delle nuove generazioni: la Pantera DeTomaso Gr4 compete tuttora a Daytona con supersportive di nuova generazione. L’evento è stato organizzato da Michele Merendino, Silva sarà al volante della BizzarriniA3C e Bardelli della Pantera DeTomaso Gr4. E, da buoni uomini d’un tempo, faranno un giro dimostrativo con accanto delle miss, delle belle donne. Una bella risposta al transumanesimo gender, ecologista e nemico delle buone tradizioni. Intanto l’elettorato del settore autoriparazione si domanda cosa potrà fare il nuovo Parlamento per bloccare la fine del settore motoristico tradizionale che, come da prove scientifiche, non incide certo sui cambiamenti climatici.


di Redazione