Far dimenticare le vittime: la nuova strategia Aspi

lunedì 20 giugno 2022


È iniziato il conto alla rovescia per i responsabili delle mancate manutenzioni che hanno causato il crollo del Ponte Morandi di Genova. Queste pagine seguono i familiari delle vittime fin dall’inizio della vicenda, ci si confronta con Egle Possetti, presidente Comitato ricordo vittime Ponte Morandi, e si finisce per notare come le voci interne all’Aspi (Autostrade per l’Italia) collimino con quanto si mormora negli ambienti legali, sia civilistici che penalistici, come nel sottobosco politico. Ovvero che per partiti politici e dirigenza italiana la vicenda del Ponte Morandi è ormai acqua passata, e forse s’aspettano tutti che un fortunale torrentizio, di quelli che buttano giù le case in Liguria, getti tutto a mare, obliando chi sia stato vittima e chi carnefice. Certo ha fatto scalpore, ma solo tra i familiari delle vittime, che il funzionario intercettato a scrivere di omettere le criticità del ponte venga robustamente mantenuto al suo posto. Quel funzionario, forse custode del segreto sul crollo, è l’unico rinviato a giudizio a cui l’Aspi ha blindato la poltrona, gli altri sono stati tutti rimossi. È davvero inspiegabile che questo particolare, che ha insospettito sia lo scrivente che Egle Possetti, non abbia destato le curiosità degli inquirenti.

“Nessuno pagherà” ha esclamato il presidente del “Comitato ricordo vittime Ponte Morandi”, e poi ha aggiunto “così un’affermazione di agosto 2018 del signor Luca Bizzarri in merito alla tragedia del Ponte Morandi, espressioni di sdegno, espressioni di rabbia che non provengono solo da questa voce ma da molte altre – ricorda Egle Possetti: a quasi quattro anni di distanza dalla tragedia c’è ora la grandiosa campagna di rinnovamento della società con un nuovo ad, con nuovi soci, con la famiglia ex principale azionista che esce a tasche piene con i soldi degli italiani, compresivi delle tasse pagate dai famigliari delle vittime”.

È evidente come per attuale governo sia utile che la vicenda del Ponte Morandi si concluda con un colpo di spugna: una prescrizione utile ad azionisti, banche, assicurazioni, dirigenza di Stato, avvocati e amici degli avvocati. Ecco che l’anello debole, il funzionario Paolo Agnese, viene mantenuto al suo posto, a far la guardia al bidone che fu il Morandi crollato: oggi un castello di carte, perizie sospette, intercettazioni. Tutta roba che il “salotto buono” della dirigenza italiana vorrebbe gettarsi alle spalle.

“Quante penose affermazioni che abbiamo sentito in questi anni – continua Egle Possetti – come nessuno poteva immaginare che fosse ridotto in queste condizioni. Purtroppo da anni le grandi criticità erano ben note, e sono emerse anche nelle conversazioni telefoniche. Ma nella campagna di restyling attuale tutto sembra assumere nuovi colori, nuovi punti di vista. Poi c’è la beatificazione di chi purtroppo non sapeva e ora è distrutto per quello che è successo. Riaffermiamo la realtà dei fatti: autovetture che con i loro occupanti sono volate giù perché il ponte è crollato, altre persone che si sono viste crollare in testa le macerie, quarantatré vite che non faranno più ritorno alle loro famiglie. Poi ci sono gli altri punti di vista – sottolinea Egle Possetti – incuria, avidità, incompetenza, delinquenza, approssimazione, questi sono i complementi di questo punto di vista”.

Allora in cosa spera ancora la presidente del “Comitato ricordo vittime Ponte Morandi?”. “Noi speriamo che qualcuno possa pagare – afferma laconicamente Egle – speriamo che almeno alcuni dei responsabili possano pagare, non siamo certi che nel nostro paese tutti i veri responsabili pagheranno. Ma andiamo avanti per la nostra strada, crediamo nella giustizia e lotteremo fino alla fine, per il resto proviamo tanta delusione essendo consci, purtroppo, che questo evento voglia essere celato e nascosto sempre più fino a sminuirlo. Ma quello che è successo, lo devono sapere tutti, ed è solo la punta dell’iceberg: c’è un sistema che fermenta sotto questa tragedia, e neanche questo strazio lo ha minimamente intaccato.

La coerenza non è di questo paese – commenta Egle la vicina prescrizione – non è nel Dna nazionale, non è nelle scelte di chi serviva lo Stato con compiti di grande responsabilità e passa a essere top manager di società private, la coerenza non è neanche nelle parole di un attore comico, che riveste anche un ruolo istituzionale nella città di Genova, che il giorno dopo la tragedia, essendo genovese, come tanti suoi concittadini si dichiarava indignato. Oggi pare l’indignazione sia passata, anzi (non sappiamo se corrisponda al vero) questo attore possa diventare la voce di un podcast per il portale turistico di Autostrade: forse pro bono, ma non importa, anche se fosse una prestazione gratuita, perché ci sono tante associazioni, tante voci inascoltate che forse avrebbero bisogno della sua voce se fosse prestata gratuitamente.

Per un genovese la scelta di prestare la voce a quella società (Aspi), anche se alcuni pensano che ora sia un’altra cosa, che sia cambiata, è a nostro modo di vedere un atto di cattivo gusto. A nostro modo di vedere, la scelta d’usare un genovese non è casuale, forse è stata studiata a tavolino per minimizzare, per allontanare l’indignazione”. Egle Possetti è provata e commossa, perché s’avvicina l’anniversario e si fortificano le voci sul consiglio legale dato ai rinviati a giudizio e a tutta la dirigenza. Ovvero quel far finta di nulla, di comportarsi da pesci in barile, che importante è che l’Aspi faccia fatturato e dia da mangiare ai vivi, e che i morti sarebbe politicamente opportuno dimenticarli.

“Ecco perché noi rimaniamo inascoltati da quattro anni – rimarca Egle Possetti – concessione ceduta in barba a ogni logica, disegni di legge promessi e fermi al palo. Forse avrebbe potuto prestare anche a noi la sua voce, per far risuonare le nostre grida, quel dolore che ci portiamo dentro come un parassita, quelle voci che invocano giustizia per chi non c’è più e rigore e prevenzione per chi ancora viaggia su ponti e strade”.

Quindi Egle Possetti, col garbo che l’ha sempre contraddista, chiede “scusa Luca Bizzarri se non comprendiamo le sue motivazioni, quello che ora percepiamo ci permetta di dire che ci delude”. L’attore Luca Bizzarri ha prestato la propria voce per il podcast di Autostrade: fa parte del “Progetto Wonders” presentato a Roma e realizzato in collaborazione tra ministero della Cultura, Autostrade per l’Italia, Touring Club, Wwf e Slow Food. Ad Possetti Egle come a tanta gente comune è arrivato l’eco della nuova politica autostradale italiana, ovvero sorridere e far dimenticare le vittime per il bene economico del paese. Nulla di nuovo sotto questo cielo, che sarebbe finita così ce lo aveva già detto Totò capostazione in Destinazione Piovarolo.


di Ruggiero Capone