Le misandre del Pd all’assalto del Corpo degli Alpini

venerdì 13 maggio 2022


A scanso di equivoci: molestare, palpeggiare, apostrofare pesantemente una donna indipendentemente se sia giovane o adulta, sposata o celibe, brutta o bella e indipendentemente dal ceto sociale e della provenienza, a me arreca fastidio e quando non offesa. Anche qualora “la toccatina” arrivi dal fidanzato o dal maritino, o peggio da uno sconosciuto, vigono sempre il rispetto e l’opportunità. Non sono solo goliardate. Il corpo delle donne non è l’oggetto da spupazzare. Il corpo delle donne è “sacro” come le tele dei dipinti e delle statue classiche, come “la materia” della storia di ognuna.

Però la vicenda montata in questi giorni degli Alpini, rei di essere in massa abusatori seriali” per aver investito alcune partecipanti all’adunata di Rimini di battute e manate, a mio parere è la solita svista fastidiosamente sessista. Cioè propaganda ideologica e montatura politica. E ha ragione di nuovo Vittorio Feltri, ridisceso in campo e con lui stavolta anche il condirettore di Libero, Pietro Senaldi, che si sono presi la briga di smontare il clamore, più marketing che non tutela dei diritti. Una furbata dell’estremismo femminista, insomma.

Il direttore Feltri nel suo editoriale riferisce di accuse riguardanti un centinaio di casi di presunte Sabine aggredite da Penne Nere grevi e sbronze, ma di fatto risulterebbe a tutt’oggi una sola denuncia. E rammentando che gli Alpini sono coloro che durante la pandemia hanno costruito un ospedale in dieci giorni senza troppi ringraziamenti, “in compenso adesso le tardo femministe da strapazzo li insultano e li spacciano per molestatori seriali, mentre sono persone sempre pronte ad aiutare chi è in difficoltà”.

Ad affrontare il risvolto politicizzato ci ha pensato anche il condirettore Pietro Senaldi: “È stata intervistata la ministra delle Pari opportunità, Elena Bonetti – ha scritto – alla quale è stato chiesto se secondo lei sarebbe meglio sospendere questi raduni per due anni. La ministra, poveretta, che non voleva assolutamente sospendere l’evento, non è stata in grado di rispondere: ha fatto un giro di parole per non dire quello che pensava e per cercare di non irritare le donne del Pd. Alla fine, non è riuscita a dire “no, non è giusto sospenderle”, intimorita dal fatto che se lo avesse detto probabilmente qualcuno le avrebbe chiesto di dimettersi. Questa è violenza delle donne sulle donne, e alla Bonetti va tutta la mia solidarietà maschile”.

Moneta facile: dici violenza sessuale ed è subito grida e fuorviante condivisione, a fronte di una questione seria e spesso grave. E arma per nemici, in questo caso la storia e il patriottismo degli Alpini, a destra così in voga. Al solito “Bella ciao” sì, perché è gloriosa Resistenza, ma “Quel mazzolin di fiori” di un corpo militare che ha combattuto in due guerre sulle montagne è maschilismo. La storia e il valore delle Penne Nere, il loro ruolo e funzione, il decoro e il valore, tutto scemato dentro l’osteria del turpiloquio. Siamo in guerra! Nel Pd sono sempre in guerra. Senza che nulla di buono maturi nel campo dell’educazione e delle relazioni sociali. Senza che nulla di queste chiacchiere da salotto tv contribuisca a fermare la violenza vera, sordida e purtroppo micidiale. C’è bisogno di una Commissione parlamentare di Vigilanza sulla propaganda politica, social, mediatica e generica per capire il punto giusto e i limiti?

Non siete stanchi di ascoltare le provocazioni di Selvaggia Lucarelli, che ha insinuato: “Questi uomini hanno approfittato dell’adunata per fare molestie e lo hanno fatto sicuri che nessuno presentasse il conto, tanto sono eroi”. Seguita dalla fluida Vice-Presidenta della Regione Emilia-Romagna, Elly Schlein, la quale ha incalzato che “in una Paese ancora rigido e patriarcale questi comportamenti vanno subito denunciati, perché sono reati”. R-e-a-t-i, ha detto. Anche autorevoli maschietti, come il giornalista Pierluigi Battista, pendono. “Ci sono categorie esposte al branco dei maschi complici” ha commentato. Ma li avete sentiti molti giovani come parlano pesante? E come discettano alcune ragazzine di comportamenti estremi? Queste sono polemiche da foglia di fico sul problema più grande del degrado morale alla cancrena.

Chi di noi non ha dovuto fronteggiare “una mano morta” sull’autobus o qualche mano lesta? Ebbene, per caso abbiamo avuto bisogno del collettivo e del commissariato? Elly Schlein, ma lei ce l’ha avuta una nonna? Mia nonna mi raccontava che per andare a scuola con la gonnellina corta e la camicetta stretta attraversava i campi pieni di biondo grano e di insidie. Eppure andava e tornava da sola, e tante come lei. Perché? Bisogna capire perché le nostre ave, oltre tutto tra le guerre, erano più libere e più sicure. Misandria, il nostro problema sociale e politico attuale si chiama così. Sono “misandre” queste saffiche militanti, e di più omofile, che in ogni uomo vedono il violento e il malvagio, ossessionate dal sesso opposto, dal “mostro” che cova in lui, per l’incapacità di conciliare e scambiarsi nell’altro. E per pura maledetta tattica politica. Manca l’opposizione vera e la rappresentanza corretta, la voce e la reputazione calpestata di milioni di italiane! Ho raccolto commenti indignati di molte amiche e conoscenti e nessuna in sintonia con questa assurda battaglia.

Infine, pur detestando la volgarità, rimpiango i tempi andati, gli anni dolci e ruggenti quando per strada passavano sgommando e dicendo “’a bona”. E, senza rischi, sorridevamo intimidite. Altri tempi? Ma siete matte?


di Donatella Papi