Come vengono dissipate le energie migliori

giovedì 14 aprile 2022


L’Italia si appresta ad affrontare il periodo della post pandemia con le risorse finanziarie previste dal Pnrr, ma con una grave scarsità di risorse umane su cui fare leva per sostenere uno sviluppo duraturo. Nonostante il miglioramento dei livelli di scolarizzazione, la distanza che ci separa dalla media europea è sconfortante. Il 62,9 per cento degli italiani è diplomato, contro una media europea del 79 per cento. E i laureati sono il 21 per cento, contro il 32, 8 dell’Europa. Ma il dato di per sé va valutato anche in confronto al livello di preparazione degli studenti: poche università italiane possono competere a livello internazionale. Sembra che non sia entrato nel nostro Dna un concetto fondamentale per lo sviluppo, cioè che non è possibile dissipare le risorse e le competenze professionali di cui l’Italia dispone. Il capitale umano, già di per sé scarso nei livelli medio-alti di scolarizzazione, non viene adeguatamente valorizzato e utilizzato.

Non deve stupire se i giovani più capaci scelgono di costruirsi un futuro fuori dai confini nazionali, sottraendo competenze che potrebbero essere utili nei processi di innovazione del Paese. Inutile nascondere anche un altro fatto, cioè che appartenere a una cordata vincente o intrattenere le giuste relazioni può fare la differenza ancor più di una laurea o di un ottimo master. Sarà capitato più o meno a tutti di imbattersi in persone che ricoprono incarichi di responsabilità sproporzionati alle loro reali capacità. Queste persone creano un duplice danno: per il settore a cui appartengono e per l’esempio che trasmettono. Eppure ce le ritroviamo in veste di sindaci, assessori, deputati o direttori generali. A Roma si usa dire che “la plebe ha preso il potere” e l’affermazione, anche se può apparire classista, contiene una parte di verità.


di Andrea Cantadori