Il vero dilemma

lunedì 14 marzo 2022


Consideriamo la situazione ucraina dal punto di vista storico come una prosecuzione dello scontro tra Oriente e Occidente oggi rifondato per la rinnovata potenza cinese, e come se queste mosse dell’Europa e degli Stati Uniti fossero il tentativo di impedire che l’Oriente, uso un termine alquanto generico, abbia il sopravvento sull’Occidente. Avremmo una logica. Bisogna schierarsi, non potremmo consentire all’Oriente di dominarci soprattutto all’Oriente cinese e a una sarabanda di popoli ben diversi da noi. Siamo occidentali con una civiltà dove l’individuo ha valore ed esercita libertà non obbligate dalla religione o da un partito, dobbiamo far sì che continui a esistere un certo livello qualitativo culturale, una minima Élite da salvaguardare, dovremmo difendere queste situazioni. Ma subentra un elemento problematico, la Russia. Europea, per la sua cultura, la sua arte appartiene assolutamente all’Occidente, Occidente bizantino, comunque Occidente, proviene dalla Grecia, però con tratti orientali, asiatici, il dispotismo asiatico, la Russia non ha presso che vissuto la condizione democratica liberale.

Ciò complica la faccenda. Sta a noi decidere, vogliamo tentare di occidentalizzare la Russia senza però il dominio dell’Occidente o vogliamo occidentalizzare la Russia con il dominio dell’Occidente? Ecco la questione, perché i tentativi nei confronti della Russia li abbiamo compiuti noi, da Napoleone al nazismo, e successivamente al crollo dell’Unione Sovietica esplose la rapina dell’economia russa e dei paesi che erano stati assoggettati dalla Russia o legati alla Russia. La Russia (Unione Sovietica) aveva oppresso popoli occidentali ma dopo essere stata aggredita dalla Germania nazista e taluni popoli oppressi dall’Unione Sovietica avevano combattuto con i nazisti (anche in Ucraina). Al dunque, vogliamo occidentalizzare la Russia con il dominio dell’Occidente? Ecco il tremore della Russia. Consustanziato. Lo stalinismo fu la risposta spietata di un potere che obbligò milioni ai lavori forzati per suscitare una industria di guerra contro il sicuro attacco occidentale, allora tedesco.

Se noi continuiamo a dare questa possibilità di intendimento tra Russia e Occidente avverrà il diluvio. Non ci troveremo soltanto a dover combattere la Cina ma Cina e Russia e non soltanto la Cina o Russia ma anche paesi come l’India reduci dall’imperialismo britannico non disposta ad avere la potenza occidentale in espansione, a quanto pare. Dominare questo insieme è un sogno da XIX secolo. Allora? Resterebbe il tentativo di staccare i pezzi di questo mosaico “asiatico”, diciamo asiatico includendo la Russia, che invece andrebbe esclusa e collocata in Occidente, e favorirebbe l’Occidente come nessun’altra nazione può riuscire data la sua ricchezza “naturale”. Sarebbe un tentativo realmente storico, grandioso, da uomini di Stato non da governanti. Napoleone, che pensava in grande lo concepì, ma da francese; il capo nazista era uno schiavista, credeva che l’Oriente dovesse fare da lavacessi alla Germania; De Gaulle fu un uomo degno di onore in tutto, il problema “Russia” deve essere sciolto impedendo un blocco “asiatico”.

Russia e Cina sono un rischio insostenibile per l’Occidente e tenuto conto che Russia e Cina si sono combattuti anche da paesi comunisti e hanno frontiere comuni estesissime e la Cina straripa di popolazione, da immaginare il piacere dei russi con questo vicino! Sembrerebbe tutto semplice, la Russia non più comunista collabori con l’Europa, può affluviarci di materie prime e noi di tecnologia. È da anni che fornisce energia, perché non continuare? Ma vi è un fattore giganteggiante. Gli Stati Uniti. L’Occidente non è l’Europa ma l’Europa con gli Stati Uniti. E gli Stati Uniti di assonanze culturali, storiche con la Russia non hanno l’ombra di un velo al vento. Talune minime entità ultra religiose degli Stati Uniti relazionano con gli ultra ortodossi russi, ma niente di più. E sorge il “vero” problema, tacitato. Gli Stati Uniti non sono disposti ad accettare il potenziamento dell’Europa tramite la Russia e della Russia tramite l’Europa.

Vi è una “questione” occidentale, una contraddizione interna all’Occidente, gli europei potrebbero ottenere ampi vantaggi collaborando con la Russia e la Russia collaborando con gli europei, ma gli Stati Uniti ritengono che i vantaggi della Russia a lungo tempo si volgerebbero contro l’Occidente, quindi esigono, impongono la cessazione dei rapporti economici e totali perfino con la Russia. È una strategia, recisa, implacabile, chiara. Dai risultati contorti. Se con tale strategia la Russia abbandona l’attuale nazionalismo e si volge all’Occidente “aprendosi” diverrà un Paese come noi, capitali stranieri, svendita, sfruttamento occidentale efficiente. Mi pare difficile. La Russia dovrebbe subire una sconfitta desolante per ricevere l’intervento esterno senza reagire È nazionalista, patriottica, ortodossa. Un “uso” occidentale della Russia mi sembra impervio.

Vi sono orientamenti favorevoli ai sistemi istituzionali ed economici occidentali, ma sia nel 1917 sia dopo il crollo sovietico sono deperiti sul nascere. Ma l’ostacolo è altrove. La Cina. Sosterrebbe la Cina la Russia purché non venga in pugno all’Occidente? E la Russia si svenderebbe alla Cina pur di non cadere in mano all’Occidente? E l’Occidente sarebbe disposto a contrastare Russia e Cina? Giacché, se le apparenze non ingannano, i risultati momentanei di questo nuovo pandemonio sono: perdiamo le contribuzioni economiche russe, stringiamo la Russia alla Cina, la Cina compra la Russia, abbiamo ostili Russia e Cina, in compenso l’Unione Europea è stretta più che mai e ben legata agli Stati Uniti. Se si tratta di una lotta dell’Occidente contro l’Oriente la vicenda ha un senso. Se si tratta di consegnare anche la Russia ai cinesi, non so, difficile capire. In ogni caso, avremmo da affrontare Cina e Russia. Non è faccenda trascurabile.

Se poi la Cina si svincola dalla Russia, sarà il banchetto. A meno che la Russia non metta qualche esplosivo sotto il tavolo. Certo, dover analizzare questi scenari sembra camminare su di una corda a chilometri dal suolo. Ma l’espansione produttiva e il bisogno di materie prime hanno una micidiale consecuzione. E la “povera” Russia è troppo ricca perché non si voglia prendere quanto essa non sa sfruttare. Certo, potremmo sfruttarle noi e i russi. Ma noi facciamo parte dell’Occidente e la Russia fa parte dell’Oriente e l’Oriente ha sempre cercato di invaderci.

E l’Occidente non ha fatto similmente? Al dunque: se l’avversione che decidiamo contro la Russia è contro l’unione Russia-Cina ha un senso. Anzi, è il supremo, disperato tentativo dell’Occidente di non essere sconfitto dall’immane quantità asiatica. In tal caso, lottare. Se è soltanto contro la Russia è inspiegabile, dissensata. Rovinerà la Russia, l’Europa, non indebolirà la Cina. Se riuscissimo a ritrovare relazioni con una Russia più occidentale riusciremmo in una impresa mai compiuta. Certo, bisognerebbe si accettasse che Russia ed Europa si avvantaggino l’una dell’altra. E questa è l’impresa più ardua. E meno condivisa. Anche in Occidente. Ed è il vero dilemma.


di Antonio Saccà