martedì 8 marzo 2022
Nella puntata del 4 marzo scorso a Otto e mezzo, su La7, è andato in onda uno dei battibecchi più belli e più costruttivi ai quali io abbia assistito da anni: Silvia Sciorilli Borrelli ne ha cantate quattro al filosofo Massimo Cacciari. Si parlava di guerra in Ucraina, riguardo alla quale la giornalista del Financial Times aveva espresso opinioni, nonché analisi, fortemente condivisibili ed equilibrate. La replica del professore, in tutta sincerità, non è stata delle migliori, tanto che la Sciorilli Borelli ha ripreso la parola pur essendo in collegamento per contestare, più che altro o almeno questa è stata inizialmente l’impressione, l’atteggiamento sprezzante e svilente nell’intervento di Massimo Cacciari in risposta al suo. Sono qui a testimoniare, non richiesta, che purtroppo è stato uno scambio sgradevole, perché quello che ha detto Cacciari e come lo ha detto è stato il classico atteggiamento del maschio, barone, professore, ospite televisivo navigato e tipicamente italico, ossia abbastanza sciovinista per i nostri gusti di femmine senzienti. Spiace, ma in Italia – e chi lo nega è in malafede assoluta – c’è ancora quel paternalismo insopportabile di una certa fetta di età e di popolazione che pensa ancora di poter sminuire una donna in diretta televisiva o altrove con la pretesa insostenibile che la diretta interessata non reagisca. Il tutto si è consumato in due minuti infuocati con evidente imbarazzo della padrona di casa Lilli Gruber che è rimasta di gesso e non è intervenuta, forse presa in contropiede o, forse, per via dell’esperienza se ne è ben tenuta fuori.
Su Twitter poi, il giorno dopo, sabato mattina, la Sciorilli Borrelli ha rivelato un fuori onda nel quale il professore la definiva a mezza bocca una “suffragetta” non sapendo che fosse ancora collegata. O forse sì, certe volpi difficilmente non sanno. Ed ecco spiegato al mondo l’arcano dello scambio al vetriolo. Ebbene, pur non volendo difendere nessuno, un qualche spirito di solidarietà femminile da qualche parte resuscita: siamo sempre solo tutte delle suffragette quando diciamo cose circostanziate e intelligenti, con capacità critica, di linguaggio e di presenza, e questa cosa è francamente insopportabile. Ed è continua, in Italia, in molti, troppi, ambienti. Nello specifico, la Sciorilli Borrelli ha sottolineato il fatto che l’invasione di uno stato sovrano è sempre da condannare, cosa che Cacciari aveva poco prima ridimensionato entro canoni più elastici dal dubbio sapore annacquante. La giornalista è rimasta tanto irritata dall’accaduto che ha scritto nel tweet che la tivù per un po’ si limiterà a guardarla. Eppure, non sarebbe affatto la cosa giusta da fare. Se volete rivedere la puntata… ah, no, non potete farlo, perché la parte incriminata è stata sapientemente tagliata nella versione reperibile online nella sezione “rivedi La 7”. Da rivedere forse, anzi senza forse, c’è parecchio altro. Dico a lei, professore.
di Romana Mercadante di Altamura