Dissesto idrogeologico: a rischio il 94 per cento dei Comuni

martedì 8 marzo 2022


Bene ma non benissimo: il 94 per cento dei Comuni del Belpaese è a rischio dissesto oltre a essere soggetto a erosione costiera. Numeri alla mano, otto milioni di italiani vivono in aree ad alta pericolosità. Questa la fotografia scattata dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) sul rapporto per l’anno 2021 relativo al dissesto idrogeologico della Penisola. Allo stesso tempo, segnali incoraggianti sono arrivati dalle coste italiane: dopo 20 anni, “a fronte di numerosi interventi di protezione, i litorali in avanzamento sono superiori a quelli in arretramento”.

Le regioni e le aree a rischio

Secondo l’Ispra, nel 2021, “oltre 540mila famiglie e 1.300.000 abitanti vivono in zone a rischio frane (13 per cento giovani con età inferiore ai 15 anni, 64 per cento adulti tra 15 e 64 anni e 23 per cento anziani con età maggiore di 64 anni), mentre sono circa 3 milioni di famiglie e quasi 7 milioni gli abitanti residenti in aree a rischio alluvione. Le regioni con i valori più elevati di popolazione che vive nelle aree a rischio frane e alluvioni sono Emilia-Romagna (quasi 3 milioni di abitanti a rischio), Toscana (oltre un milione), Campania (oltre 580mila), Veneto (quasi 575mila), Lombardia (oltre 475mila) e Liguria (oltre 366mila)”.

Le coste

Per quanto concerne le coste, nel periodo 2007-2019 “risulta in avanzamento quasi il 20 per cento dei litorali nazionali e il 17,9 per cento in arretramento. A fronte di un progressivo aumento dei tratti di costa protetti con opere di difesa rigide, rispetto al 2000-2007 aumentano i litorali stabili e in avanzamento e diminuiscono dell’uno per cento quelli in erosione. A livello regionale, il quadro è più eterogeneo: la costa in erosione è superiore a quella in avanzamento in Sardegna, Basilicata, Puglia, Lazio e Campania; le regioni con i valori più elevati di costa in erosione sono Calabria (161 chilometri), Sicilia (139 chilometri), Sardegna (116 chilometri) e Puglia (95 chilometri).

Gli edifici

Venendo agli edifici, su un totale di oltre 14 milioni, “quelli ubicati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata superano i 565mila (3,9 per cento), mentre poco più di 1,5 milioni (10,7 per cento) ricadono in aree inondabili nello scenario medio. Gli aggregati strutturali a rischio frane oltrepassano invece i 740mila (4 per cento). Le industrie e i servizi localizzati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono oltre 84mila con 220mila addetti esposti a rischio, mentre quelli esposti al pericolo di inondazione, sempre nello scenario medio, superano i 640mila (13,4 per cento)”.

Beni culturali

Infine, degli oltre 213mila beni architettonici, monumentali e archeologici, “quelli potenzialmente soggetti a fenomeni franosi sono oltre 12mila nelle aree a pericolosità elevata; raggiungono complessivamente le 38mila unità se si considerano anche quelli in aree a minore pericolosità. I beni culturali a rischio alluvioni, poco meno di 34mila nello scenario a pericolosità media, arrivano a quasi 50mila in quello a scarsa probabilità di accadimento (eventi estremi). Per la salvaguardia dei beni culturali, è importante valutare anche lo scenario meno probabile, tenuto conto che, in caso di evento, i danni prodotti al patrimonio culturale sarebbero inestimabili e irreversibili”.


di Mimmo Fornari