Liberate il David

martedì 8 marzo 2022


La copia (si tratta della copia perché l’originale sta al sicuro e ben custodito nelle Gallerie dell’Accademia) della statua del David, posta in piazza della Signoria, a Firenze, è stata coperta con un drappo nero in segno di lutto per la guerra che sta avvenendo tra la Russia e l’Ucraina.

Il gesto “simbolico” è stato voluto dal sindaco della città, in stretto accordo con rappresentanti della comunità ucraina e sottolineato pubblicamente con le seguenti parole: “Oggi vogliamo ricordare Michelangelo nel giorno della sua nascita, il 6 marzo – ha detto il primo cittadino, Dario Nardella – con questo gesto che è un gesto di lutto e di dolore. È un gesto di lutto molto forte per ricordare le migliaia e migliaia di vittime che in questi dieci giorni già si sono contate. Vittime civili a Kiev e in tutte le altre città ucraine ma anche militari. Vogliamo ricordare anche i militari russi, i giovani soldati russi mandati da Putin e dal suo governo a morire per una guerra folle, ingiusta e incomprensibile quindi per Firenze questo è un giorni di lutto e di dolore per tutti i morti”.

Verrebbe da domandarsi se il sindaco di Firenze sappia, conosca il significato politico del David, anche perché innanzitutto è brutto a vedersi una statua, ancorché copia, imbarazzantemente infagottata come un cadavere in un sacco, in una delle più belle piazze del mondo, un vero e proprio colpo basso paragonabile alle già esposte opere d’arte “scatologiche” nello stesso luogo. Se proprio – ed è nel suo diritto – voleva sostenere al causa dell’Ucraina, Nardella avrebbe potuto farlo in altro modo, anche di certo più efficace e meno invasivo dell’estetica plurisecolare del luogo.

Ovviamente ognuno sa, o almeno dovrebbe sapere, che il David di Michelangelo raffigura appunto l’eroe biblico che, minuscolo, sconfigge da solo Golia, il gigante filisteo. David rappresenta la giustizia che sconfigge l’iniquità, la libertà e l’indipendenza della repubblica fiorentina contro la dinastia medicea, ordunque perché coprirlo?

Se, come possiamo immaginare, il sindaco della città del giglio, identifica nel pastorello armato di frombola l’Ucraina e nel gigante Golia l’attuale Russia, avrebbe semmai dovuto lasciarlo scoperto, indicando ad esso come a un faro dell’arte nell’oscura notte della guerra tra i popoli. Lasciarlo libero così come deve essere, simbolo manifesto della libertà. E invece no, lo copre. Geniale. Sublime.

Inoltre il giovane David qui non è colto nell’attimo della vittoria, ma in quello esattamente precedente. Dunque “l’infagottamento” di fatto impedirebbe l’atto del roteare la fionda e del colpire il nemico sovrastante. Ancora una volta sarebbe stato meglio lasciare scoperta la statua se si voleva alludere allo scontro tra le forze armate russe e quelle ucraine, lasciando soprattutto in pace l’anima di quel Michelagnolo Buonarroti che tanto sudore e forza muscolare v’impiegò per liberare la marmo la biblica figura.

Non bastava quindi l’artista contemporaneo recentemente scomparso Christo Javašev ad incartare monumenti e palazzi, ci si mette adesso, suo emulo, anche il buon Nardella… lasciandoci immaginare non solo la perplessità dei turisti stranieri che già cominciavano a riaffollare le nostre città d’arte, ma soprattutto i sapidi commenti dei suoi stessi concittadini, la cui acuta e sarcastica lingua è ancora quella tagliente dei tempi di Dante e di Leonardo… e almeno quella non la si può avvolgere in nessun drappo nero.  


di Dalmazio Frau