mercoledì 23 febbraio 2022
La cosiddetta “digitalizzazione” della Pubblica amministrazione (Pa), considerata strategica per lo Stato italiano, ha portato certamente alcuni benefici in molti settori dell’economia. Sicuramente ne hanno beneficiato i lavoratori pubblici e la stessa Amministrazione dello Stato. Durante il lockdown i pubblici dipendenti, senza colpo ferire, hanno potuto svolgere le loro mansioni da remoto attraverso il “lavoro agile”. Non hanno subito alcun impatto sul loro reddito. Anzi, hanno potuto ridurre i costi derivanti dal trasporto per raggiungere il luogo di lavoro.
È di tutta evidenza che le attività commerciali hanno dovuto subire delle contrazioni dei loro fatturati a causa della riduzione dei flussi di persone. Per gli utenti dei servizi prestati dalla Pubblica amministrazione è riscontrabile il fatto che, se il cittadino si è dotato dello “Spid”, alcuni servizi come i certificati sono scaricabili direttamente dal proprio computer di casa o in azienda. Tuttavia, ci sono aspetti della digitalizzazione che, invece di migliorare il servizio, lo hanno peggiorato. Un esempio tra tutti: il rinnovo della carta d’identità. In passato trovavi i pubblici dipendenti allo sportello, ti recavi in Comune o nelle circoscrizioni, prendevi il famoso “numeretto”, aspettavi il tuo turno e uscivi dall’Ente locale con la carta d’identità rinnovata. Oggi, con l’informatizzazione delle procedure, il cittadino utente si deve lo stesso recare in Comune, consegnare a un impiegato la tessera sanitaria che viene passata in uno scanner che, in automatico, fissa l’appuntamento. Ho visto con i miei occhi, nel Comune di Roma, appuntamenti dati a quattro mesi e, quando la signora di turno cortesemente ha detto all’impiegata che aveva urgenza di avere la carta d’identità rinnovata perché doveva recarsi all’estero, la stessa impiegata ha dovuto suo malgrado alzare le braccia.
Le procedure Covid hanno ulteriormente contribuito a incrementare il disagio dei cittadini. In molti uffici pubblici non è più possibile dialogare direttamente con il dipendente, perché ti devi avvalere esclusivamente dei servizi digitali. Le persone anziane, che solitamente non hanno dimestichezza con la tecnologia, devono farsi assistere dai familiari, quando è possibile, o da società o associazioni che prestano il servizio a pagamento. Inoltre, non sempre il software utilizzato per fornire i servizi digitali è in grado di risolvere problematiche particolari che, invece, facilmente possono essere risolte in presenza con il funzionario addetto.
Un altro problema riguarda i pagamenti di piccolo importo come, ad esempio, il ticket sulle analisi, che deve essere effettuato obbligatoriamente con strumenti di pagamento digitali quali: bancomat, carte di credito o di debito. Che cosa deve fare un anziano che non usa la cosiddetta “moneta digitale”? Perché un anziano non deve avere la possibilità di pagare in contanti? Perché la Pubblica amministrazione non riserva uno sportello in presenza per chi non può o non vuole avvalersi degli strumenti digitali? Rivendico fortemente per il cittadino contribuente la possibilità di poter usare gli strumenti cartacei e avere a disposizione un dipendente pubblico in presenza in ogni ufficio.
di Antonio Giuseppe Di Natale