Virologi da tivù, libreria e Parlamento

giovedì 17 febbraio 2022


Questo virus resterà con noi per sempre, ormai è chiaro. Speriamo resti al livello di Omicron. Con il morbo non vorremmo rischiare anche di vedere qualche virologo un po’ più a lungo del dovuto, insidiandosi nelle nostre vite attraverso un seggio in Parlamento. Qualcuno di loro ha già ventilato l’ipotesi di darsi alla politica. Ci auguriamo che, come accaduto con certi magistrati, sbordando senza se e senza ma dal proprio ruolo, non dovremmo subirci oltre il danno anche la beffa. Il virologo a vita. Meglio la mascherina Ffp2. Non hanno resistito nel doverci propinare dogmi e di tempestarci di imprecise negatività, e grazie a questi non c’è virologo che non abbia scritto un libro. Poi si offendono se Checco Zalone canta loro in faccia dal palcoscenico di Sanremo l’amara verità. Ma scoviamo qualche titolo di questo biennio proficuo:

Danzare nella tempesta (Antonella Viola);

– Virus: la grande sfida (Roberto Burioni); 

– Vaccino (Roberto Burioni);

– Il dopo (Ilaria Capua);

– Ti conosco mascherina (Ilaria Capua) edito anche in francese e polacco;

– La meraviglia e la trasformazione (Ilaria Capua);

– Io trafficante dei virus (Ilaria Capua); 

– Girogirotondo è uno il mondo (Ilaria Capua) 

– Il viaggio segreto dei virus (Ilaria Capua) edito anche in spagnolo; 

– L’origine del virus (Paolo Barnard); 

– Una lezione da non dimenticare (Matteo Bassetti);

– Il mondo è dei microbi (Matteo Bassetti);

– Covid, il virus della paura (Giulio Tarro); 

– Caccia al virus (Andrea Crisanti);

– Ombre allo specchio (Maria Rita Gismondo);

– Salute e sicurezza per tutti. Covid19: corso di prevenzione e profilassi (Fabrizio Pregliasco);

– Covid 19. La catastrofe provocata dal virus che non c’è (Fabrizio Pregliasco);

– Pandemonio. Quello che è successo, quello che non deve più succedere (Walter Ricciardi).

Questi solo alcuni, cui si aggiungono i titoli dei giornalisti e dei divulgatori scientifici, italiani e del mondo. Gilles Deleuze, filosofo francese non proprio comprensibile ai più e difficile da classificare, una cosa piuttosto semplice e chiara a questo proposito la disse già in tempi non sospetti: i giornalisti, con la loro mania di scrivere non solo sui giornali, uccideranno i libri, dando all’oggetto in sé un carattere simbolico di accesso a mondi alternativi dal nostro. Si potrebbe fare la stessa riflessione riguardo ai virologi, con la loro perforante onnipresenza, oltre che televisiva anche in libreria. Ritrovarseli pure in politica sarebbe troppo. Ne abbiamo piene le tasche della confusione che hanno diffuso spesso e volentieri. Speriamo in un po’ di buonsenso loro e dei partiti politici, o di ciò che rimane di questi ultimi.

@vanessaseffer 


di Vanessa Seffer