La crisi dell’editoria fotografata da Agcom

venerdì 11 febbraio 2022


Sono quattro i quotidiani che resistono maggiormente alla crisi dell’editoria, carta più digitale. Bene la Verità di Maurizio Belpietro (che con 35.259 copie fa un balzo del 18 per cento) e la Gazzetta dello sport di Stefano Barigelli, con quasi 98mila copie al giorno, con un più 9 per cento. Benino il Corriere dello sport di Ivan Zazzaroni (43.125 copie) e Il Messaggero di Massimo Martinelli con 73.276 copie pari a quasi l’uno per cento di aumento. I dati elaborati da Primaoline si riferiscono al dicembre 2021 sull’anno precedente. Tutti gli altri quotidiani hanno presentato un calo rispetto al 2020. I crolli più marcati sono quelli del Giornale di Augusto Minzolini (meno 26,5 per cento), di Repubblica (meno 13,1 per cento), dell’Avvenire (meno 13,8), della Stampa di Massimo Giannini (meno 10,2 per cento), del Resto del Carlino (meno 9,3 per cento), del Fatto quotidiano di Marco Travaglio (meno 8,2). Più contenute le perdite di copie da parte del Corriere della sera di Luciano Fontana che dirige il giornale di via Solferino da 6 anni e mezzo e del Sole 24 Ore, entrambi con meno il 2,9 per cento. Una fotografia impietosa che s’inserisce nei dati pubblicati dall’Agcom secondo i quali i ricavi dell’editoria quotidiana e periodica si sono dimezzati mentre quelli delle televisioni sono calati di un quinto.

In dieci anni c’è stato un peggioramento continuo dei ricavi pubblicitari. Quelli registrati nelle principali imprese nel corso del 2020 sono stati di circa 3,28 miliardi di euro che segnalano una flessione del 14,9 per cento rispetto al 2019. La situazione, osserva l’Agenzia per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), diventa più pesante se si allargano le analisi nell’ultimo decennio. Si passa dai 6,18 miliardi di euro del 2010 a meno di 3 miliardi del 2020. La conseguenza è stata che si sono perduti in 5 anni circa tremila posti di lavoro, di cui duemila nell’editoria (ridotti da 13mila nel 2016 a 11 nel 2020) e mille nelle radio e televisioni private (in totale poco più di 21mila unità di cui 12mila Rai, 3.200 Sky, 3.400 del gruppo Mediaset Italia. Non sono stati calcolati, per scarsità di documentazione, le offerte in streaming tipo Netflix, Dazn, Amazon Prime video, Disney, Tim Vision. I ricavi complessivi nelle aziende radio-tv hanno registrato una flessione dell’8,7 per cento, imputabile in gran parte a minori introiti pubblicitari. Un altro fenomeno sempre più diffuso ma ancora non quantificato è quello dell’abbandono delle edicole da parte dei quotidiani e periodici, soprattutto nel giorno di domenica.

Una situazione che aveva suscitato proteste è quella dell’aumento del prezzo di Repubblica. Dall’inizio dell’anno erano stati aumentati i prezzi durante i week end. Sabato 3 euro con i supplementi obbligatori D e Robinson, domenica 3 euro con l’obbligo di acquistare anche l’Espresso. Dal 7 febbraio altro cambiamento. Il prezzo di Repubblica, dal lunedì al giovedì, è di 1 euro e 70 centesimi, il venerdì 2,50 con il settimanale obbligatorio Venerdì. Movimento anche al Corriere della sera che è tornato ai gadget regalando due mascherine e novità al settimanale Oggi, il cui nuovo direttore Carlo Verdelli ha incassato un voto plebiscitario dalla redazione (31 sì su 31 votanti) e vuole rafforzare il settimanale degli italiani per toglierlo dal giro dei periodici familiari del gruppo Cairo e raggiungere gli obiettivi di raccolta pubblicitaria che il supplemento del Corriere della sera Sette fa fatica ad ottenere. Verdelli era stato vicedirettore al tempo della direzione di Ferruccio De Bortoli e un infelice passaggio alla Rai.


di Sergio Menicucci