sabato 5 febbraio 2022
Sanremo è diventata la vetrina del conformismo politicamente corretto dell’élite dei radical chic che si credono anticonformisti e non fanno invece che ripetere, per convenienza e conformismo, le formulette e i dogmi del pensiero unico neo-progressista.
Gli autori e i presentatori, per apparire trasgressivi, anticonformisti e progressisti, fingono l’esistenza di presunti nemici e ostacoli del “progresso”: la religione cattolica (che è ormai da tempo su posizioni progressiste), nonché un inesistente razzismo e un altrettanto inesistente sessismo omo-transfobico (che in Italia sono entrambi per fortuna fenomeni marginali e patologici). A Sanremo alla vecchia retorica conformista nazional-popolare del cuore, dell’amore e delle rose si è sostituita una retorica elitaria altrettanto conformista: quella dell’ideologia queer anti-eterosessuale e quella dell’adorazione mistica del diverso e dell’Altro. La gente comune continua a guardare il Festival di Sanremo proprio perché si diverte ad assistere, come a Carnevale, ad un generale travestimento, tra cui quello del conformismo travestito da finto anticonformismo trasgressivo.
di Lucio Leante