Sanremo: Fiorello e Zalone, le voci della verità

venerdì 4 febbraio 2022


A Sanremo si cerca di accontentare tutti. Amadeus è un grande diplomatico, al punto che potrebbe anche considerare una carriera politica, tant’è. Menomale però che esistono Ciuri e Checco, che dicono in faccia ciò che quasi tutti pensano, dissacranti anche sulla pandemia e sulle varie reazioni a questa. Ciuri in uno scambio di battute con il conduttore e poi con Matteo Berrettini ha ironizzato sui complottisti No Vax: “Il braccio va da solo! È il microchip! Si muove senza controllo!”. I No Vax sono andati su tutte le furie e si sono scatenati: “Una pagliacciata, lo paghiamo noi e ci discrimina. Assedieremo Roma!”. Ma si può scherzare sulla pandemia? Forse non è consentito del tutto. Ci sono dei tasti in questo Paese fintamente buonista che non si possono toccare. Per esempio il razzismo. Si fa presto ad essere definiti razzisti.

Ma come si fa a non concordare con il pensiero espresso su Repubblica il 30 giugno 2006 da Michele Serra: “Il razzismo finirà quando potremo dire che ci sono neri stronzi come i bianchi”. Facciamo l’impossibile per mostrarci aperti, accoglienti, comprensivi e ci sconvolgiamo per un paio di battute, ben assestate, perché da una vetrina importante come l’Ariston fa differenza. Milioni di meme girano su WhatsApp per seppellire almeno con una risata l’operato dei molti virologi da passarella, ma dire ciò che si pensa pubblicamente alle virostar, può essere il punto di demarcazione, come su alcuni argomenti non si può e non di deve parlare, tantomeno far satira. Per la gag canora di Checco le reazioni dei virologi sono state varie. Da Massimo Galli che ha fatto finta di non capire: “Ha colto il sentimento di stanchezza degli italiani che non ne possono più della pandemia”, ha detto furbescamente; a Roberto Burioni che dice di non voler commentare e che da ora in poi parlerà solo di argomenti “strettamente legati alla medicina”.

Chissà se intendeva pure dove preferisce parlarne. L’ha presa malissimo Maria Rita Giramondo, che ha tirato fuori gli artigli: “Ha esagerato, sia certo che non abbiamo bisogno di una pandemia per lavorare” – ha dichiarato la virologa all’AdnKronos – “È vero che ci sono stati da parte di qualcuno comportamenti discutibili, ma è anche vero siamo tutti impegnati in prima fila, rinunciando da due anni anche alla vita personale. Non ci sto ad essere accomunata a colleghi litigiosi. Piuttosto, avrei voluto che si ringraziassero tutti i sanitari”. Ma è stato fatto, ci mancherebbe altro, sia a Sanremo che da Sergio Mattarella. Solo Matteo Bassetti ha dato ragione a Zalone: “ Ha colto nel segno”, ha sentenziato. Ma chissà dove vuole veramente andare a parare. Checco con la sua canzone “Pandemia, ora che vai via”, insinuando che questi specifici camici bianchi a virus scomparso non avranno di che campare, ha urtato la sensibilità della categoria, ma ha dato voce a quasi tutti gli italiani.

@vanessaseffer


di Vanessa Seffer