Due scritti e l’orale: Maturità tra le polemiche

martedì 1 febbraio 2022


“Il peggio, nel peggio, è l’attesa del peggio”: questa la frase attribuita a Daniel Pennac che, in qualche modo, riassume lo stato d’animo dei giovani impegnati, tra qualche mese, ad affrontare la Maturità. Una prova che – dopo due anni segnati dall’emergenza sanitaria – viene riproposta con due scritti, da svolgere in presenza: il primo di italiano e il secondo in base all’indirizzo di studi dell’istituto. Tutti pronti ai blocchi di partenza alle 8,30 del 22 giugno, anche se c’è chi ha già protestato, come la Rete degli studenti: “Non si tiene conto degli ultimi tre anni, penalizzati da un esame senza senso. Così non ci stiamo: se il Ministero non ci convoca, non possiamo evitare di mobilitarci”.

La sessione d’esame

La prima prova, quella di italiano, sarà predisposta su base nazionale, con sette tracce di tre diversi tipi. La seconda prova, invece, si terrà il 23 giugno sulla materia di indirizzo che verrà comunque predisposta dalle varie commissioni d’esame. In tal modo, si cercherà di garantire un allineamento con quanto svolto durante l’anno scolastico, tenendo conto del percorso seguito dagli studenti negli anni.

Il colloquio orale e commissione interna

La prova orale inizierà con la discussione su un documento, un testo, un progetto o un problema scelto dalla commissione. Poi il candidato dovrà analizzare un lavoro multimediale o una relazione, oltre a dimostrare di aver assimilato metodi e contenuti delle varie discipline. La commissione sarà interna (sei elementi) e il presidente sarà esterno.

Il punteggio

Venendo al punteggio che indicherà il voto finale, il massimo che l’alunno potrà raggiungere sarà 100 centesimi. Il credito scolastico, al termine del triennio, non andrà oltre i 40 punti (12 per il terzo anno, 13 per il quarto, 15 per il quinto). I due scritti e il colloquio conclusivo varranno 20 crediti ciascuno.

“Ritorno alla normalità”

Patrizio Bianchi, ministro dell’Istruzione, ha commentato: “Le scelte rientrano nel percorso di progressivo ritorno alla normalità che stiamo realizzando. Non siamo ancora fuori dalla pandemia, ma già quest’anno, grazie ai vaccini e alle misure di sicurezza decise dal Governo, abbiamo garantito una maggiore continuità della scuola in presenza, fin dal primo giorno”.

Esame “lontano dall’oggettività”

Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è Desta”, su Radio Cusano Campus e ha affermato: “Ci aspettavamo una prova scritta a ma non la seconda. Quest’ultima è affidata a ogni singola commissione, quindi le prove saranno diverse l’una dall’altra. Uno dei difetti di questo esame – ha proseguito – è quello di essere distante dall’oggettività e così lo sarà ancora di più. Inoltre, ricordo che prima del Covid la seconda prova era interdisciplinare, una forma avanzata di valutazione. Era centrata sulla capacità da parte dello studente di cogliere nessi tra varie discipline. Così invece sarà monodisciplinare”. Giannelli ha inoltre chiarito che non ci saranno situazioni problematiche legate al Covid: “L’esame non è pericoloso. Problemi per la sicurezza non ne vedo. Ricordiamo che i più grandi sono i più vaccinati di tutti, arriveremo a sfiorare il 100 per cento di vaccinati tra la popolazione che dovrà fare la maturità”. Con una postilla: “Questi ragazzi che vanno a fare la maturità sono quelli che hanno più sofferto da punto di vista didattico. Quest’anno si è frequentato in presenza seppur con poche eccezioni. Diciamo che indubbiamente la frammentarietà alla quale sono stati esposti dal punto di vista didattico non ha favorito l’ordinario e regolare svolgimento delle lezioni”.

 


di Brigida Baracchi