Ritratti. Niki e il figlio disabile sulle spalle, la vita in uno sguardo

venerdì 7 gennaio 2022


Madre a 17 anni, un figlio cieco, di nome Jimmy, con disabilità fisiche e mentali. La vita entrata a gamba tesa ma lei, l’australiana Niki Antram – che adesso di candeline ne ha spente 43 – è andata oltre: ha iniziato a viaggiare, caricandosi sulle spalle quel ragazzo, ora 26enne, che ha un blocco della crescita. Un giro del mondo senza freni, sempre con il sorriso.

Per raccontare quest’esperienza, la donna ha aperto un blog, Niki and Jimmy, con all’interno le foto dei luoghi visitati, dalla montagna fino alle Hawaii. Niki ha mostrato il suo cuore agli altri e ha spiegato di voler condividere la propria storia con le mamme che vivono una situazione simile: “Sì, è una cosa spaventosa sentirsi dire che tuo figlio dipenderà da te per il resto della sua vita, ma non è così”.

Niki ha confessato di essere sempre stata un po’ una bambina selvaggia, a cui piaceva (e piace) fare festa. Ma ciò non le ha mai impedito di essere il miglior genitore per suo figlio: “Sono felice di tutte le scelte che ho fatto, perché mi hanno portato dove sono oggi. Amo le persone che ho incontrato lungo la strada e che mi hanno insegnato così tanto su me stessa, che ho vissuto e ho imparato un sacco di cose. Ora sono davvero felice della mia vita, mi sveglio ogni giorno sapendo di essere quello che sono. E questa è la mia migliore versione possibile di me stessa”.

Il viaggio di Niki e Jimmy ha ricordato, per certi versi, quello vissuto anni fa su un treno partito da Roma e diretto in Toscana. Sul vagone salì un uomo, sui 40 anni, affetto dal morbo di Parkinson. Aiutato a sedersi, mostrò gratitudine, perché spesso la gente “lo osserva in una certa maniera”. Iniziò a parlare e, contemporaneamente, i piedi e il corpo ballavano di continuo, in un ritmo che tendeva ad aumentare per poi placarsi.

Raccontò di quando trascorreva le vacanze a Riccione ma anche delle partite di pallone vicino casa di Alberto Sordi, attore che “faceva beneficenza, mandava avanti gli orfanotrofi”. Poi ha svelato che lavorava come corriere, si alzava presto e di frequente racimolava qualche soldo in più, scaricando la merce. Non solo: era sub, si era immerso sino a 58 metri di profondità. Inoltre, ammise di cucinare da Dio (“la carbonara come la faccio io non la prepara nessuno”). Fino a che, all’improvviso, esclamò: “Nella vita ci vuole calma, i miei amici mi chiamano Er saggio. Nonostante la malattia, non perdo mai la lucidità”.

Arrivato a destinazione, disse sottovoce che c’era una ragazza ad attenderlo. Il treno si è allontanato, ma nessuno era lì con lui. Le lacrime stavano bagnando il viso, ma era fondamentale mantenere il controllo. Perché nella vita ci vuole calma. Quella vita che, da qualche parte del mondo, va avanti nell’amore e nello sguardo di una madre. Una madre che Jimmy, il giorno che scenderà, saprà di trovare sempre con sé.


di Claudio Bellumori