De Inoculatione

martedì 4 gennaio 2022


La pandemia ha ormai un percorso interpretativo più che con riferimento al virus ai modi per affrontarlo, combatterlo, abbatterlo, vincerlo e proclamare vittoria. Tale fu l’orientamento “filosofico”, per dire, nominando l’avversario conclamato del virus, vaccino. Già prima che scendesse nel campo delle gesta, su vaccino (vaccini) si dichiaravano profeti e cantori. Esso vaccino avrebbe rimesso in animazione l’Età della Salute Felice e Sicura rendendo immuni tutti e ciascuno, il virus rimbalzava sulla corazza del vaccinato, che “in sicurezza” tornava al cammino della vita non abbassandosi a vile segregazione, spavaldo, anzi, perché immune, immune, immune. Questa concezione, filosofica, ripeto, non scientifica, non ancora messa a prova, durò in specie nell’estate del 2021, l’incontro del vaccino con il vaccinabile fu continuo, affollato, fiducioso di promesse a buona rendita. La normalità si riaffacciava, il passato non era finito, tornava l’esistenza di una volta, quei compimenti semplicissimi che se impediti si ingigantivano e motruosizzavano ogni atto annientandoci. Monti, mare, strade, piazze, teatri, sale, alberghi, ristoranti, treni, viaggi, voli, dopo mesi occultati, con la vita guardata dallo spioncino, ah, respirare lo spazio, celebrare il movimento! Estate del 2021, lo ricordate?

Qualcuno avvisava: attento, cittadino, attento all’autunno! L’autunno, rispondevamo, ai vaccinati lustra le scarpe! Taluni ponevano l’indice e il dito medio sul luogo celebrato della vaccinazione in segno di vittoria. Quand’ecco, dapprima nominata a bassa pronuncia, quindi montando, infine rimbombando giunse la notizia che non volevamo udire: una “variante”! Siamo vaccinati, replicavano i popoli. Ma fosse stata la “variante”, il male! Non bastava che vaccino fosse debole al conflitto con virus mutante, no, no, avvenne, dapprima un sussurrino, un dire e non dire, un dire e smentire, ed invece, al dunque, incredibile vero, vaccino è penetrabile, non immunizza, protegge, protegge ma non immunizza. Ma non è “vaccino”? Sì, è vaccino, ma non vaccina. È vaccino e non vaccina? Vaccina ma non immunizza! Come? Avete detonato, gridato, scritto che saremmo stati tutti immunizzati, dichiarate perpetuamente che se vi è l’obbligo per il vaiolo, la poliomielite tale dovrebbe essere l’obbligo contro virus! Scherzavate? Vi permettete di obbligare al vaccino che non è un vaccino? Rispondono: vaccino non immunizza ma essicca la mortalità.

Ecco la risposta. E mostrano “dati”, i morti nell’anno scorso senza vaccini erano tanti, i morti oggi tra i vaccinati sono scarsi, tra i non vaccinati di maggior numero, ne provengono evidenze a favore del vaccino e dei vaccinati: meno decessi rispetto all’epoca nella quale non vi erano i vaccini; meno decessi dei vaccinati in paragone ai non vaccinati oggi. Autunno del 2021, una ritemprata “filosofia”: scopo del vaccino non è immunizzare, eliminare la presenza del virus bensì limitarne la gravità e ricondurlo ad una contagiosità fievole, sì, vaccino non immunizza, non uccide virus, non esclude contagi, però, però scherma dalla malattia mortale, il vaccinato si ammalicchia ma non muore, enorme effetto del vaccino, vaccinatevi, vacciniamoci!

Ma il divenire della conoscenza non conforta. Sembra che vaccino sminuisca la sua carica virile, al punto che bisogna sostenergli la potenza con somministrazioni frequenti, non due ogni anno, non tre, puntiamo su quattro ma potrebbero farsi cinque, e non per un solo anno ma anni aggiunti ad anni, perché, sia detto, vaccino affievolisce ma non elimina virus, il quale a mezzo di varianti, e di impotenza del vaccino potrebbe esistere anni, forse decenni, chi sa. A tal punto la Lega dei vaccinofili esulta, ecco il nuovo scopo agguantato, il virus si fa endemico, una faccenda abitudinaria, sopportabile. Ne saremmo carezzati per sempre, niente di grave, vaccino ha compiuto l’impresa, addomesticare virus, renderlo digeribile, una contagiosa, fastidiosetta, disturbativa, momentanea malattiuccia, sia chiaro, per i vaccinati, giacché i non vaccinati subiranno l’inferno in terra, loro, i portatori di malattia mortale, infettatori, pericolo sociale da ostracizzare, affannare, espellere, ludibriare, gognare, stercare, sradicare dalla sussistenza, con la stessa gioia da parte dei vaccinati con cui San Tommaso riteneva gioissero i salvati vedendo i tormenti dei dannati. D’altro canto, essendo di regola certi che il male è sempre nell’altro, se qualcuno non la pensa a modo mio e la società precipita, nasce evidente e pressante la convinzione che è l’altro e il pensiero diverso dal mio a provocare danno non io! Purché si scovi un responsabile la mente si anima fruttuosamente. E lo trova.

Nel caso, il non vaccinato. E che replica il non vaccinato. Dico quel che dice: “Signori vaccinofili, avete dichiarato che i vaccini immunizzavano, e non è vero. Avete sostenuto che bastava doppia immissione vaccinale, e non è vero; avete negato che i vaccinati erano contagiosi e contagevoli, errando; non mi difendete con certezza dalle mutazioni, perché dunque, Signori, dovrei affidare la mia salute a gente tanto infida e sbagliatrice?”. I vaccinofoni sghignazzano e si infuribondano, alcuni urlano: “Parlano i numeri, pifferaio, crepano gli svaccinati!”. “Sia (il non vaccinato grida, difficile farsi ascoltare) ma che avverrà di me dopo la quinta, la sesta, la decima vaccinazione? Io mi farei inoculare anche ogni settimana, avessi di fronte un vero vaccino, non un vaccino che non vaccina, viene ripetuto senza termine, lascia vivo virus, sicché rischio di morire prima io del virus! Se obbligate a compiere un’azione che può danneggiare chi la compie non per sua volontà almeno risarcite il maleficio da voi provocato!”. “È già previsto, ignorantissimo”, gli sbattono. “Allora dichiaratelo con una legge precisa a riguardo!”. Vocio tumultuoso, delle voci enunciano: “A costoro bisogna impedire di parlare, sono diffusori di morte”.

La società non è un organismo che si anima esclusivamente con la forza, ci vuole anche il consenso, un consenso onestamente avvinto. Se una porzione di società non consente può venire schiacciata in forme autoritarie ma vi è il rischio di non risolvere le questioni che quella porzione di società esprime e che vengono soppresse, appunto. La “soluzione” per soppressione non è una soluzione ma, ripeto, una soppressione. Se invece di rispondere nego all’altro di parlare, sopprimo, non risolvo. A nessuna delle obiezioni dei perplessi dei vaccini i fautori dei vaccini rispondono analiticamente con rassicurante determinazione. Non sappiamo se ripetendo le vaccinazioni renderemo assuefatto il virus, lo ridurremo una malattia mite, non sappiamo se resisterà il vaccino(ed il vaccinato)alle varianti, non sappiamo che effetti avranno i vaccini se continuamente ripetuti, non pare che riusciremo ad evitare i contagi, può darsi che alla lunga venga vulnerato e sfinito il vaccinato che il virus, può accadere la micidiale circostanza che i vaccini siano inefficaci mentre il virus è ancora attivo, sarebbe una strage di indifesi! Sono obiezioni futili, da scansare zittendo i non vaccinati.

Ma per niente. Queste situazioni permangono anche se tutti fossimo vaccinati. Fondamentale: i limiti dei vaccini permangono anche se tutti fossimo vaccinati, perché i vaccino non eliminano il virus e se un virus è ancora vivo è capace di tutto. È capace di tutto! Nessuno ci assicura che si decada in una contagiosità fievole. Nessuno. Dirlo è mentire. Accusare i non vaccinati, un falso bersaglio distraente. Occorre l’onore onesto di dichiarare: se i vaccini scemano il percolo di morte non evitano la sopravvivenza del virus, questa sopravvivenza può generare misfatti portentosi. Il pericolo sociale anche se eliminassimo i presunti arrecatori di male poiché il virus vive e muta! Intanto, in vista di ipotesi di salvezza, dubbie, si stabiliscono formule di salvezza sanitaria e di governo autoritari che rendono i cittadini obbedienti ad ogni sottomissione. Ed è questo il pericolo estremo della inoculazione salvifica, ti salvi se ti fai inoculare, è salvo l’inoculato. L’idea che chi non compie talune obbligazioni è dannato socialmente e derelitto nella salute costringe all’obbedienza. Ma è una obbedienza da molti non voluta. Dire che è una normale obbedienza come per qualsiasi legge che vieta comportamenti antisociali si dovrebbe essere in condizioni di mostrare che il rifiuto a vaccinarsi danneggerebbe la società. Ma come posso sapere che hanno ragione i teorici della vaccinazione obbligatoria perché salvifica se hanno errato su tutto ciò che hanno concepito! Chi mi conferma che i vaccini fiaccheranno il virus prima di fiaccare il vaccinato!!! Chi mi rassicura? Chi mi rassicura? Quattro vaccinazioni in un anno(Israele), un laboratorio sulla carne nuda. Esperimenti. Davvero esperimenti. Di che? Di suscitare un uomo docile, sottomesso, che dice sì al riflesso condizionato per l’angoscia di salvarsi. Non è bastata la seconda inoculazione, ti somministro la terza e sarai salvo.

No, è la quarta che ti salverò. No, è la decima. Spostare in avanti la felicitò è una efficacissima scelta seduttiva. I popoli vengono presi alla gola della soddisfazione futura (una volta era di regola nella verginità femminile spostata alla vaccinazione matrimoniale). Inoltre, si indica il nemico della felicità, il non vaccinato. Tra desiderio soddisfatto sempre domani, e nemico esterno il dominio è perfezionato. Ma sarebbe un governare mandrie non uomini, un ridurre gli uomini a mandrie. È quando si ricorre a tali artifici perché non si risolvono i problemi che si perviene all’autoritarismo, la gente subisce quel che non vorrebbe perché si dà a credere che è risarcita da un grande beneficio, nel nostro caso, la salute. Lo Stato dichiara, la salute è in pericolo, io Stato (Governo) ti salvo, popolo, se tu obbedisci. Il popolo obbedisce, ma può non essere salvo. A tal punto viene scovato il Nemico. Tu, popolo, non sei salvo perché esistono i non vaccinati. Il gioco del potere è precisato, ma la società va a rovina. Tutto falsato. Il non vaccinato non è causa della mortalità e del contagio. Causa della mortalità e del contagio è un vaccino non immunizzante. Fosse un vaccino immunizzante non susciterebbe né decessi né contagi, meno ancora discussioni. Aderire alla concezione del minor male: vacciniamoci anche se resistono virus e contagi, significa mantenere la gente sottomessa al potere governativo dei Tutori.

Eterni della salute. Una società malata per sempre, per sempre sotto ordine di qualsiasi pretesa da parte dei governanti. Bisogna che la scienza medica (e politica), tenda ad uno scopo assoluto: eliminare, guarire, guarire, eliminare, sì che non vi sia il dominio dello Stato (governo) sul popolo, e la società non sia spezzata tra “sani”, che tali non sono ma presumono co violenza e infettitori, che tali non sono ma vengono presunti. La scissione catara/manichea tra puri ed impuri ha rovinato le civiltà almeno quanto il razzismo. Non è valida. Nessuno è talmente perfetto da lasciare agli altri l’intera imperfezione. Il dominio fondato su razza pura, bene assoluto, salute netta contro malattia è una architettura escogitata quando non si sa governare la complessità, la difficoltà. Di responsabili in questa pandemia vi sono un virus mortale e contagioso e dei vaccini che non lo vincono. Vaccinati e non vaccinati sono, a gradazioni, vittime. Cure, prevenzioni, cambiamenti alimentari, ambientali, uomo nella natura naturale, movimento, risanamento di malattie che facilitano la tragicità della presente pandemia, non rendere le nostre società una casa di cura per anziani, i giovani non, dico: non muoiono, anche se le trombe squillano al tempo voluto, i bambini non muoiono, dico: non muoiono, relativamente, certo, però assai di meno che gli anziani e i malati per altre cause. Occorre, occorre potenziare la salute non reprimere la malattia, fornire al corpo difese naturali più che estranee, vaccinali, coloro che guariscono naturalmente sono più difesi della difesa vaccinica. Soprattutto esaltare il coraggio di vivere, non trasformare la vita in una difesa della vita dalla vita. Moriremmo anche da vivi.

No, assolutamente no la concezione del “minor male”, ossia vacciniamoci per restare leggermente e durevolmente malati. Questa è la risorsa di una società obitoriale. In pugno a medici governativi, governanti medici. Bisogna tentare. Osare, accanirsi nel sanarci, tornare in salute, vivere da soggetti liberi, non sotto controllo farmacologico-politico a vita/morte. Certo, popoli semispenti sono mansueti e diretti. E la ipotetica cura prevalente della salute distrae e fa ingoiare inflazione, disoccupazione, sì, avviene anche questo, il virus esiste ma è anche un mezzo per nascondere e ingozzare altri disagi sociali. Si vuole creare o si crea un uomo sotto farmaco, l’antropologia del cittadino sonnambulico, il vivente smorto, l’individuo greggiale, il cane randagio che cerca il padrone, la pulce a comando, il riflesso condizionato, l’obbediente burattinaio con i fili del potere salvatore perpetuo? Una società sotto dominio dei vaccini senza i quali non vi è diritto di movimento non è più una società, un insieme di individui. Su tale agglomerato si può compiere ogni sforzatura in nome della salute(non) tutelata.

Allarghiamo il campo dello sguardo. L’avvento dell’automazione e l’accrescimento della produttività esigono soluzioni. Che non esistono. Il virus esiste. La malagestione del virus è dovuta a incapacità o a scopi problematici? Certo, così non risolveremo. Lo ripeto, la concezione del male minore, tante vaccinazioni tenendo sotto controllo in nome della salute la gente mai guarendola perciò a lungo sembra perfetta per sopprimere a bada il disagio sociale in nome del disagio della salute prevalente. Curare la salute sopra ogni altra preoccupazione. Ma per curare la salute non bisogna guarire! Un vaccino che consente una attenuata malattia calza magistralmente, il cittadino pensa alla salute, viene “distratto” e ingoia disoccupazione ed inflazione. Sta accadendo questo paradigma? Perché? Non riusciamo a vincere il virus? Non vogliamo riuscire? Non vogliamo in quanto non possiamo o proprio non vogliamo in quanto a taluni conviene la persistenza del virus come male minore? Che i gruppi farmaceutici vantino i loro ritrovati e addirittura suscitino del vaccini da ripetere, non guaritivi, per averne utile, fa parte della voglia di profitto. È, cinicamente, normale. Assai problematica sarebbe la concezione che tra esuberanza di gente e immissione nei sistemi produttivi dell’automazione che esubera lavoratori si scelga la via facile: diminuire l’umanità. Anche, colonizzare altri pianeti, ridare vita ai deserti, suscitare città artificiali. Ecco un groviglio da annotare per spiegare aspetti sociali della pandemia. Ad esempio, l’Europa è destinata, volutamente o no, a diventare prosecuzione dell’Africa, gli africani sopravvivono al virus senza, dico: senza vaccini. Un enigma.

I sostenitori del vaccino come rimedio esclusivo e da obbligare tutti non sono convinti da tante obiezioni e cautele. Chiedono: “Noi, vaccinati, almeno diminuiamo il rischio mortale, chi non si vaccina è nella condizione di parlare, parlare, infettarsi e morire. Dov’è il vantaggio di non vaccinarsi?”. Risponde il perplesso: “Io, Signori vaccinati, ho tutto il riguardo per le loro buone intenzioni, ma riconoscerete che se il virus non muore alla lunga potrebbe fiaccarsi più il vaccinato che il virus. Dunque concepire il male minore ossia vacciniamoci per anni potrebbe, dico: potrebbe rovinare l’umanità. Cercate di capirmi, Signori vaccinati, io vi rispetto ma non mi avete ucciso Virus, lo avete indebolito, non so e non sapete che avverrà con tante, forse troppe inoculazioni. Se siete soddisfatti di essere stati inoculati, me ne compiaccio, io cerco un rimedio: cure, prevenzioni, vaccini idonei a salvarmi una volta per sempre! Possiamo tentare? Voi fatevi inoculare, permettete che altri scelgano altre soluzioni. Siate certi, tutti vogliamo salvarci. Non conosco persone che vogliono il male, tentano altre vie al bene. Non avendolo ancora trovato. Suppongo. Ma voi, se credete di salvarvi, fatevi inoculare”.


di Antonio Saccà