La Rai a San Macuto: convocato Fuortes

lunedì 13 dicembre 2021


L’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes è stato convocato dal presidente della Commissione parlamentare di vigilanza Alberto Barachini. Dovrà fornire informazioni sulle decisioni prese in autonomia e rientranti alcune nelle sue competenze (nomine) ed altre che invece avrebbero dovuto essere oggetto di consultazione. Fuortes è conosciuto come un manager decisionista che nel corso delle sue esperienze precedenti, come al Teatro dell’Opera di Roma, ha usato la mano forte nei confronti del personale dei sindacati di categoria. Lo sarà anche in Rai? Un primo approccio negativo è considerato il taglio della terza edizione delle Testate per l’informazione regionale e dei Tg notturni dello sport. Nella lettera di convocazione inviata all’amministratore delegato di viale Mazzini Barachini osserva che “molti commenti critici sono giunti in merito all’eliminazione delle edizioni notturne dei telegiornali regionali”, operata senza consultazione del sindacato interno Usigrai e i Comitati di redazione.

Va ricordato che i Tg regionali sono 21, con tre edizioni giornaliere, due giornali radio, un settimanale, 21 sedi in ognuna delle Regioni italiane con personale amministrativo, tecnico e una struttura con circa 800 giornalisti e direttori di sede per i rapporti con le istituzioni e un ufficio abbonamenti. Il sindacato Usigrai con il nuovo segretario uscito dall’ultimo congresso ritiene che così facendo “si dà solo il via ad una stagione di tagli che mortifica il ruolo del servizio pubblico e lascia ad altre emittenti il racconto dello sport e dell’informazione per il territorio”. Il sindacato dei giornalisti ritiene che sia giusta la decisione della Commissione di vigilanza a chiedere “un confronto leale e serio per sostenere il processo di innovazione dell’azienda”. Sul tavolo di San Macuto ci sono vari problemi. Il primo riguarda i contenuti del piano industriale della Rai nel suo complesso, di cui si ignorano i contenuti.

Lo share non deve essere un’ossessione ma occorre una revisione sia dei modi di produrre (troppi appalti esterni) sia dell’organizzazione interna. Non è ancora ben chiaro il nuovo assetto dell’azienda suddiviso non più per canali ma per generi (intrattenimento prime time e day time, cultura, documentari, fiction, cinema, approfondimenti, sport, contenuti digitali). La Commissione e i sindacati chiedono di sapere cosa ha in mente l’amministratore delegato quando parla che “la Rai ha il compito di illuminare la strada delle sfide del nostro tempo, sfide che investono il lavoro o mancanza di lavoro, l’ambiente, la vita”. Quale sarà allora “il nuovo servizio pubblico” che Carlo Fuortes intende realizzare? Come sarà attuata la “spending review” senza penalizzare la qualità e la completezza dell’informazione locale, considerando che la presenza della rai sul territorio è una parte fondamentale del servizio pubblico reso al Paese?

Finora sono stati acquisiti elementi conoscitivi piuttosto vaghi del piano industriale, privi di una cornice strategica, necessaria per decisioni cruciali per il futuro della società concessionaria. Ci sono altre questioni delicate ancora all’esame della direzione interna Audit che riguardano presunte molestie sessuali nei confronti di conduttrici e collaboratrici delle varie rubriche. Un capitolo non secondario si riferisce ai dossier sui contenziosi legali non solo tra l’azienda di Viale Mazzini e numerosi artisti e cantanti ma anche in materia di personale giornalistico su nomine e scivoli, in vista del passaggio dell’Inpgi all’Inps.


di Sergio Menicucci