Unicef: “Covid più grave crisi globale per i bambini in 75 anni”

giovedì 9 dicembre 2021


Dal marzo del 2020, ovvero da quando si è decisamente aggravata l’emergenza sanitaria mondiale causata dalla pandemia da Covid-19, sono finiti in povertà quasi 1,8 milioni di bimbi al secondo. In sintesi, il Coronavirus ha rappresentato “la più grande crisi globale per i bambini nei nostri 75 anni di storia”. L’allarme è lanciato dall’Unicef, che ha aggiunto: “Il percorso per riguadagnare il terreno perduto è lungo e, anche nel migliore dei casi, ci vorranno sette-otto anni per recuperare e tornare ai livelli di povertà dei bambini pre-Covid”.

Risultati a rischio

Henrietta Holsman Fore, direttrice dell’Unicef, ha commentato: “Nel corso della nostra storia l’Unicef ha contribuito a creare ambienti più sani e sicuri per i bambini di tutto il mondo, con grandi risultati per milioni di persone. Ora questi risultati sono ora a rischio. Per rispondere, recuperare e re-immaginare il futuro di ogni bambino, l’Unicef continua a chiedere di investire nella protezione sociale, nel capitale umano e nella spesa per una ripresa inclusiva e resiliente”.

L’impatto del Covid

“Da una parte – è stato notato – aumenta il numero di bambini che soffrono la fame, che non vanno a scuola, maltrattati, che vivono in povertà o costretti al matrimonio, dall’altra diminuisce il numero dei bambini che hanno accesso a cure sanitarie, vaccini, cibo sufficiente e servizi essenziali”. Secondo il rapporto, nel 2020 oltre 23 milioni di bambini hanno perso i vaccini essenziali, una crescita di quasi 4 milioni rispetto al 2019 e il numero più alto in undici anni. Secondo le stime, la malnutrizione nel 2022 colpirà altri nove milioni di bambini.

Rischio crescita lavoro minorile

Nella nota è stato evidenziato che l’80 per cento dei plessi scolastici sono rimasti chiusi nel corso del primo anno di epidemia (per un miliardo e mezzo di studenti rimasti, quindi, a casa). Una delle possibili conseguenze è quella della crescita del lavoro minorile. Da segnalare, però, che già prima del Covid quasi un miliardo di bimbi in tutto il mondo soffriva almeno di una privazione grave (salute, istruzione, nutrizione, servizi igienici).

Salute mentale

Nel 2020, entro ottobre, la pandemia da Covid-19 ha poi fermato i servizi di salute mentale nel 93 per cento dei Paesi di tutto il mondo. Secondo l’Unicef, le problematiche di salute mentale toccano più del 13 per cento dei ragazzi tra i 10 e i 19 anni. Inoltre, 426 milioni di bambini – ossia quasi uno su 5 – si trovano in zone in cui il conflitto è più intenso. Tra le altre cose, donne e ragazze risultano più esposte al rischio di violenza sessuale legata ai conflitti.


di Massimo Gattinara