mercoledì 10 novembre 2021
Pietro Serino è convinto che si debbano cambiare i criteri di reclutamento nell’esercito. È arrivato il tempo delle “professionalità mirate”. In un’intervista a Repubblica, il generale, capo di Stato Maggiore dell’esercito, ritiene che i soldati oggi abbiano un’età media molto alta, e per questo occorre cambiare i criteri di selezione. “Il disegno di legge preparato dal mio predecessore, il generale Salvatore Farina – afferma Serino – elimina la figura dei volontari arruolati per un solo anno: la ferma minima sarà di tre anni, rinnovabili per altri tre. Con un periodo di servizio lungo potremo investire nella formazione. “Poche settimane fa durante un’esercitazione, i nostri tecnici hanno paralizzato un autoblindo Centauro senza sparare un colpo: con un virus informatico hanno bloccato il computer che controlla il motore. Usare la cyber per conseguire effetti inabilitanti ci può permettere di ottenere gli stessi risultati senza impiegare strumenti letali. Questo porterà a rivedere completamente il modo di condurre le operazioni: la componente cyber avrà una crescita esponenziale. E più il personale è specializzato, più sarà facile l’inserimento nel mondo del lavoro una volta lasciato l’Esercito”.
Serino pensa “a un incremento mirato perché abbiamo bisogno di professionalità specifiche. Anzitutto medici, infermieri e tecnici di laboratorio. Poi ingegneri e informatici per rispondere all’esigenza cyber”. L’esercito dispone “di scuole di alto livello con la possibilità di fare crescere i giovani attraverso l’attività operativa”. Non ne servirà un numero altissimo, “qualche migliaio. Altro personale sarà recuperato con il calo dell’impegno nell’operazione Strade Sicure, che è nata come risposta all’escalation di attentati. Le linee guida del ministro hanno permesso di ridurre mille militari nel 2021 e altri mille sono previsti per il prossimo anno”. Secondo il generale, “l’ammodernamento delle forze corazzate” è comunque “un’esigenza, ma anche un’opportunità per l’intero Paese”.
È l’occasione per soddisfare l’ambizione dell’esercito ad avere “un interlocutore forte nel settore dell’industria, come lo è Fincantieri per la Marina, che diventi il nostro referente”. Sono stati previsti “fondi per 2 miliardi”, ma secondo Serino, “dobbiamo trovare le modalità perché l’industria italiana partecipi da protagonista” al processo di rinnovamento del comparto Difesa. Per quanto riguarda, invece, il fronte Covid, Serino spiega che la principale lezione che l’esercito ha tratto “è che siamo riusciti a reagire bene perché siamo addestrati al combattimento”. La capacità di operare “anche quando noi stessi siamo sotto minaccia penso ci distingua dalle altre strutture. Mantenersi preparati all’eventualità di un conflitto è l’essenza della nostra professione e ci mette in condizione di essere utili al Paese in ogni situazione”.
di Antonello Virgili