Europa, in aumento i livelli di povertà minorile

mercoledì 27 ottobre 2021


In Europa sono 20 milioni i bambini che vivono in povertà. Oltre un milione in Italia. È il rapporto preoccupante di Save The Children. Nel Vecchio Continente sono in aumento i livelli di povertà minorile. I progressi fatti in questo campo dall’Unione europea e dai singoli Paesi negli ultimi anni rischiano di essere vanificati. Il rapporto “Garantire il futuro dei bambini – Come porre fine alla povertà minorile e all’esclusione sociale in Europa”, prende in analisi 14 Paesi in Europa, di cui 9 dell’Unione europea e 5 extra Ue. Nel nostro Paese, “le stime mostrano che nel 2020 i bambini in povertà assoluta sono 200mila in più rispetto all’anno precedente”, si legge nel rapporto. Complessivamente i bambini in condizioni di povertà assoluta sarebbero oltre un milione. In Germania, uno dei Paesi più ricchi al mondo, un bambino su 4 cresce a rischio di povertà, mentre in Spagna e in Romania, un bambino su tre vive al di sotto della soglia di povertà. Nei Paesi dei Balcani occidentali, dove i tassi di povertà minorile già negli anni precedenti variavano dal 49,4 per cento in Albania al 30,6 per cento in Bosnia-Erzegovina e al 20,7 per cento in Kosovo, la situazione è ancora più grave.

Secondo il rapporto di Save the Children, i bambini più vulnerabili e più colpiti dalla povertà sono coloro che crescono in famiglie numerose o monoparentali, i bambini con un background migratorio, con disabilità, appartenenti a minoranze etniche e quelli che vivono nelle aree rurali o più svantaggiate. Difatti, in Svezia, il 58 per cento di tutte le famiglie monoparentali di origine straniera è a rischio povertà, così come fanno parte di famiglie monoparentali il 45,2 per cento dei bambini che ricevono sussidi sociali in Germania. In Italia, sono più esposte alla povertà le famiglie numerose con almeno 5 componenti e le famiglie con un background migratorio, mentre in Spagna e nei Paesi Bassi circa il 40 per cento dei bambini a rischio povertà proviene da famiglie che lavorano, sfatando il mito che i bambini che crescono in povertà provengano da famiglie con genitori disoccupati. In Irlanda del Nord, ad essere più esposti alla povertà sono i bambini delle comunità etniche, con due bambini su tre (66 per cento) che crescono in povertà, quasi tre volte la cifra nazionale. I dati si riferiscono al 2020 quando si è registrato un peggioramento delle condizioni dovuto anche alla pandemia.

Secondo il rapporto “i bambini bisognosi in tutta Europa sono spesso in sovrappeso o affrontano obesità. In Italia, ad esempio, il 20,4 per cento dei bambini è in sovrappeso e il 9,4 per cento deve affrontare l’obesità”. Altro fattore considerato è la “privazione abitativa”. “Nella maggior parte dei paesi, le famiglie povere vivono in famiglie inadeguate e sovraffollate, che spesso condividono le proprie case con famiglia a causa degli alti canoni degli affitti e delle risorse finanziarie insufficienti della famiglia. Il rischio di sfratto è anche una sfida seria, soprattutto in Italia, Spagna, Romania e Nord Irlanda”. L’Italia comunque, come altri paesi quali Romania, Lituania e Spagna ha “iniziato a introdurre necessarie riforme”, “che richiedono almeno il 5 per cento di fondi da stanziare per ridurre la povertà infantile e l’esclusione sociale e migliorare il sistema di assistenza sociale per i bambini e le loro famiglie”.


di Redazione