L’università blindata, i non luoghi

martedì 5 ottobre 2021


L’università, nonostante gran parte degli studenti sia vaccinata, non riparte. O meglio, non è più quella di due anni fa, riparte in modo completamente diverso. Se è questo il futuro credo che molti di noi si terrebbero volentieri il passato. Per entrare in università oltre al Green pass, che viene chiesto a campione, bisogna esibire, questa volta non a campione, la prenotazione dell’aula in cui si svolgerà la lezione, o della biblioteca nel caso in cui si svoglia passare del tempo a studiare lì. È evidente che l’università, come luogo di incontro non esiste più. Ed altra cosa quanto mai assurda è che nel silenzio generale l’università pubblica si è trasformata in università privata. Difatti è impossibile per chi non è iscritto accedere alle lezioni e semplicemente seguirle. L’università come luogo in cui la gente passa del tempo non esiste più, è diventata un mero luogo in cui si usufruisce di un servizio e poi si va a casa. L’università è un non luogo, espressione usata per la prima volta dall’antropologo francese Marc Augé nel 1992.

“L’espressione non luogo non significa, come si potrebbe immaginare, luogo che non esiste. Significa invece luogo privo di un’identità, quindi un luogo anonimo, un luogo staccato da qualsiasi rapporto con il contorno sociale, con una tradizione, con una storia. In genere quando si parla di non luogo si ricordano gli aeroporti, gli autogrill, i centri commerciali, le stazioni; tutti luoghi che hanno questa stessa caratteristica, una sorta di anonimato, una riproduzione in serie degli ambienti architettonici all’interno del quale quell’istituzione è collocata”. Non solo le università sono diventate un non luogo, questo è un processo che va avanti da molto tempo, che vede i piccoli ristorantini sostituiti dalle grandi catene del fast food, che vede quartieri di nuova costruzione sprovvisti delle piazze in cui incontrarsi. Tutti questi sono non luoghi, ossia luoghi privi di identità e storia. L’università è sempre stata un luogo di cultura più che un luogo di studio, ed oggi la componente cultura è stata completamente messa da parte in nome di una sicurezza sempre necessaria e sempre al primo posto.


di Luca Crisci