martedì 7 settembre 2021
Persone amiche mi espongono quotidianamente casi di deceduti o con malesseri dopo la vaccinazione, ne deducono che vaccinarsi è un rischio da non affrontare o da affrontare con meticolosa attenzione. Dico che nei grandi numeri i casi singoli di scarsa o minima frequenza sono inevitabili. Mi replicano che un individuo è un singolo e quindi può temere per la propria vita. Rispondo che non vaccinarsi è anch’esso un rischio. Allora affermano che vi sono molti modi per tutelarsi oltre i vaccini e non comprendono perché stringersi esclusivamente ai vaccini.
In realtà vi sono modi per prevenire e curare la malattia virale, ma per renderla innocua, senza evitarla del tutto, per quest’ultima finalità vi è soltanto il vaccino (i vaccini). I medici e i ricercatori lo affermano e mostrano i dati: i vaccinati sono difesi quasi totalmente e se vengono contagiati il loro malessere è tenue; i non vaccinati sono esposti ampiamente alla malattia e in forme pesanti. Ne deriva l’inclinazione a rendere obbligatoria la vaccinazione, se è tanto protettiva. Sembrerebbe tutto risolto.
Una popolazione vaccinata è una popolazione pressoché tutelata. E invece la faccenda sta rendendosi aspra e virulenta, se si perverrà all’obbligatorietà della vaccinazione. Come mai? Vi è qualche cittadino nemico di se stesso e nemico del concittadino, che non vaccinandosi danneggia l’altro e se stesso? È un irresponsabile, va punito, espulso dal lavoro e dalla società, per stare in società dobbiamo essere tutti vaccinati: obbligo di vaccinazione! Ci stiamo volgendo a questa finalità. Ma tali decisioni sorgono da un equivoco immenso, difficile da eliminare. Dire che tutti i virus sono stati annientati dai vaccini, renderli obbligatori per annientare il virus odierno (Covid-19): ecco l’equivoco pericolosissimo.
I vaccini, questi vaccini contro il virus Covid-19, non immunizzano: proteggono. Mentre i vaccini classici contro il vaiolo, la poliomielite, il morbillo immunizzano, distruggono per sempre la malattia, i vaccini odierni limitano la gravità della malattia, proteggono non assolutamente ma ampiamente. Vanno ripetuti, non distruggono il virus, non difendono dalle varianti, non impediscono i contagi. Il non chiarire alla popolazione la differenza tra vaccini che immunizzano e vaccini che proteggono senza immunizzare suscita divergenze, che non vi sarebbero se si cogliesse la differenza. Infatti, moltissimi non sono contro i vaccini ma riconoscono i limiti dei vaccini, i “difetti”.
Cerchiamo di comprendere in che stato d’animo può vivere colui che deve vaccinarsi a distanza di mesi, per di più restando nella possibilità del contagio! Possiamo discutere con vicendevole comprensione? Non si tratta di rifiutare la vaccinazione ma di definire quale risultato e modalità esistenziale suscita la vaccinazione. Non c’è alternativa? Se non c’è, cerchiamola. La scienza serve a questo scopo. Sottoporre una popolazione a reiterate vaccinazioni e mantenerla con probabilità, sia pure ridotte di contagio, non mi appare una ammirabile soluzione. Se poi tanti sono disposti a vivere queste condizioni, liberissimi. Ma rispettare anche quanti non la sopporterebbero. Non è che negano la vaccinazione, non la sopportano come colui che, chiamato a combattere, rifiuta. Se c’è l’obiettore di coscienza nel servizio di guerra, perché non ammettiamo l’obiettore di coscienza nella modalità vaccinale di difesa dal virus? Certo, non metta a rischio gli altri, è evidente. È possibile? Certo, con la prevenzione, con le cure, con le “regole”!
Il mondo produttivo è impaziente. Ha subito la chiusura in passato, non vuole ricadere nelle chiusure. Invoca la carta verde, la vaccinazione obbligata. È disposta a licenziare pur di ottenere dipendenti, lavoratori con carta verde. Lo stesso nella Pubblica Amministrazione e nelle scuole. Ma, infine, per tutti. Sono dell’opinione che la vaccinazione volontaria è auspicabile e che lo sia per il maggior numero, non dissociandola da altre difese, reputo la vaccinazione obbligata un errore morale, sociale, esistenziale. Il cittadino si sentirà forzato.
Inoltre, se per caso qualcuno dovesse morire o ammalarsi, chi lo risarcirebbe? Verrebbero ripagati, lui o gli eredi? Se lo Stato fa una legge che impone una disposizione e da quella disposizione ne viene un danno per il cittadino, lo Stato è o non è responsabile? Sarebbe come l’errore giudiziario? Scegliere di tutelarsi, purché vi sia tutela, la libertà di scelta nella tutela che male può suscitare se è volta a difendere dal male? Sembra che vi sia una fangosa voglia di sottomissione. Nel testo “Psicologia delle masse ed analisi dell’io”, Sigmund Freud sosteneva che colui che ha disposizione all’obbedienza non sopporta chi non è disposto all’obbedienza, tutti obbedienti. Ma no. Tutti obbedienti, ma ciascuno a suo modo. Purché si rispetti la convivenza! Ossia: la libertà, nella convivenza. La convivenza nella libertà. Infatti.
Vi è un aspetto che rende problematica la situazione. Una popolazione di milioni di persone, quando pure quasi tutti sono vaccinati, tuttavia non elimina il virus né i contagi pur sminuendo la pericolosità del virus. Nei grandi numeri, la somma di contagiati e decessi è, comunque, consistente. Potremmo vivere anni di stillicidio di contagi e decessi, senza certezza di eliminare il virus o di convivere con un virus addomesticato.
L’obbligatorietà della vaccinazione mi sembra una rapida, affrettata decisione per riaprire le attività sociali, ma ha gli inconvenienti di cui ho scritto: non eliminiamo virus, contagi, varianti. Occorre liberalizzare cure e prevenzioni, il cittadino si sentirà ampiamente in condizioni di scegliere, non senza controllo scientifico. Non combattere i vaccini, assolutamente no, ma accrescere le difese, assolutamente sì. Insomma, costringere un individuo a vaccinarsi è come costringere un uomo a combattere, se gli ripugna uccidere. Obiezione di coscienza, purché non danneggi gli altri. Ci sono individui che vogliono proteggere e proteggersi ma non con i vaccini! Una società libera glielo deve consentire. Oltretutto una società che non elimina il virus. Lo eliminasse sarebbe altro discorso.
Nessuno è contro la vaccinazione sul vaiolo. Ma, se mi vaccino dal vaiolo, so che non mi ammalerò! Al dunque, vaccinarsi, accrescere la vaccinazione con altre tutele, rispettare chi non intende vaccinarsi ma intende tutelarsi! Disgraziatamente questi vaccini non immunizzano dalla malattia, la attenuano. Resta la presenza del virus e dei contagi, che non possono venire tutelati dai vaccini se i vaccini non immunizzano totalmente. Siamo costretti a ricorrere ad altre tutele. Non si comprende, perché non si comprende una tanto semplice situazione. Prevenzione, vaccini, cure. È già così? Allora perché obbligare alla vaccinazione! Lasciamo libertà di tutela, visto che vi è abbondanza di tutele!
di Antonio Saccà