Spot di Lino Banfi: la vittoria del Moige e i tempi moderni

mercoledì 1 settembre 2021


Tanto tuonò che piovve. Alla fine la caciara sullo spot televisivo di Tim Vision con protagonista Lino Banfi – nei panni di Oronzo Canà, celebre allenatore del film “L’allenatore nel pallone” – si è risolta con una soluzione che mette a tacere l’inutile chiacchiericcio divampato nel giro di un amen: la pubblicità andrà in onda senza il “porca pu..ena” enunciato dall’attore pugliese.

Ma cosa è accaduto? Facciamo un passo indietro: il Movimento italiano Genitori (Moige), aveva deciso di presentare una denuncia all’Istituto di Autodisciplina pubblicitaria e al Comitato Tv Minori. Questa la motivazione: “Nello spot mister Oronzo è nella sua casa circondato da tutti i suoi trofei, mentre si appresta a vedere in Tv la prima partita del nuovo campionato di Serie A. Quando si rende conto, però, che l’incontro non viene trasmesso sul canale reagisce alla sua maniera, fino a prorompere con un’espressione triviale (“porca ***ena”) riportata in auge ai recenti Europei”.

E poi: “È proprio questa espressione, ovvero ciò che rende sgradito lo spot alle famiglie e ai minori, ad aver richiamato l’attenzione del Moige: sembra infatti che, affinché lo spettatore a casa non si annoi, sia necessario ravvivare l’interesse con qualcosa che possa scandalizzare o almeno catturare il pubblico. Una soluzione antiquata e sulla lunga controproducente per le stesse aziende, associate a riferimenti trash nell’immaginario dei clienti, che consigliamo fortemente di non reiterare”.

Il Moige, sulla sua pagina Facebook, ha tenuto a specificare: “Non si tratta di una vittoria di altri se non dei diritti dei minori in Tv e sul web, troppo spesso trascurati in sede di programmazione e realizzazione degli spot e dei programmi. Non c’è niente di antimoderno, niente di censorio nella richiesta di linguaggi adeguati ai minori, in uno spot a loro destinato: è anzi tipico dei Paesi civile e moderni differenziare i contenuti rispetto alle età della vita, garantendo una rigorosa sorveglianza sui contenuti inadatti. Retrogrado è semmai chi crede che, ora che web e tv sono saturi di contenuti volgari e inadatti ai minori, non sia più il caso di intervenire!”.

La Tim, in una nota, ha evidenziato che al momento non è risultato alcun provvedimento del Giurì dell’Istituto di Autodisciplina pubblicitaria o del Comitato media e minori e che, in soldoni, non c’è stata alcuna censura. Inoltre: “La diffusione degli spot previsti a supporto dell’offerta calcio sta proseguendo secondo quanto pianificato lo scorso luglio”. Titoli di coda, quindi, su una vicenda paradossale, metafora di questi tempi moderni ormai sorretti dal politicamente corretto. Mancava solo Oronzo Canà sul banco degli imputati. Forse i prossimi saranno mister Daimon, l’allenatore manesco di “Mila e Shiro”, noto cartone animato di oltre trent’anni fa. O, perché no, l’avvinazzato Jeff Turner, coach di “Holly e Benji – Due fuoriclasse” (altro cartone di grido degli anni Ottanta, ovvero quando qualche attuale genitore era bambino). Allora nessuno fiatava. Oggi bisogna contare anche le virgole. O tempora o mores.


di Toni Forti