Restare a Kabul e i due virus

lunedì 30 agosto 2021


Ho scritto spesso, e riscrivo finché potrò, che i vaccini hanno già fallito. Spiace dirlo ma è così. Nel momento in cui è certo che non eliminano il virus e non eliminano i contagi, hanno fallito. Non sono vaccini al pari dei vaccini contro il vaiolo, sono vaccini pari a quelli impegnati nell’influenza, temporali e da reiterare. Non bastano, dicevo, non eliminano i contagi. Il dato più rilevante è che sminuiscono la gravità del morbo: il malato avrebbe assai potenziata la capacità di reggere e non soccombere.

Ma una pandemia è soprattutto una malattia sociale. Ed è questo il tratto rovinoso. Socialmente i vaccini sono disastrosi, illudono le persone di ottenere l’immunità non dandola, il vaccinato si crede difeso e si contagia e contagia. Sono stato tra i pochissimi, da tempo, a rilevare il paradosso più vaccinati, più contagiati. Israele e Regno Unito, che vantavano la maggiore vaccinazione, sono nella catastrofe per contagi e decessi. Un ceto medico e un ceto politico responsabili dovrebbero fermarsi e ragionare. Regno Unito e Israele fanno luogo in questo mondo, quel che avviene da loro potrebbe avvenire da noi.

Piano, ragioniamo, non precipitiamoci nella vaccinazione obbligatoria. Piano, rischiamo la rovina, diamo un affidamento ai vaccini che i vaccini non meritano. Attenzione, potremmo consentire alle persone di stare insieme perché vaccinate e di contagiarsi senza cautela! Questo, proprio questo è accaduto nel Regno Unito, in Israele. Siate pazienti, osserviamo, valutiamo, ogni tanto qualcuno imbocca la retta via.

Il dottor Andrea Crisanti dichiara che se in Israele la somministrazione della terza dose non rimedia decessi e contagi, ne sarebbe invalidata l’intera strategia della vaccinazione. Bene, questo è ragionare. La scienza è sperimentale, vincolata ai fatti non alle nostre opinioni. Se i fatti “dicono” che pur se vaccinati a ciclo intero le persone si contagiano e muoiono, questi sono fatti. Fatti che stanno accadendo in Israele, in Inghilterra. Sarebbe l’inferno anche mentale se raggiunto l’estremo delle vaccinazioni e rendendole obbligatorie, continuassero contagi e morti. La gente perderebbe ogni fiducia, avremmo il marasma. Cortesemente, non promettete il paradiso per cadere nell’inferno.

Insisto, se promettete che con la vaccinazione obbligatoria e totale conquisteremo la salute, promettete un errore. E la gente, delusa, precipiterà nello sgomento senza scampo. Il sensato Crisanti è cauto sulla obbligatorietà di una vaccinazione che potrebbe non mantenere le promesse (pensate, ti obbligo senza certezza di salvarti!). Assurdo. Si compirebbe violenza su dei cittadini renitenti e non si assicurerebbero i benefici. Ma si dice: la malattia sarebbe meno grave, non mortale. Sarà ma resterebbe una malattia sociale, diffusa, che paralizzerebbe la società.

È sotto questo aspetto che i vaccini hanno già fallito, non impediscono la malattia sociale, il contagio diffuso. Ad esempio, una classe di studenti: uno è contagiato, chiudiamo la scuola? I genitori dei sani non invieranno il figlio a scuola nemmeno a cannonate. Estendiamo l’esempio agli uffici, le imprese: la società è paralizzata. Nel momento in cui lascia in giro il virus e consente il contagio, i vaccini hanno fallito la difesa della collettività e le società restano nel panico. Significa tutto ciò un invito a non vacciarsi? Per niente. Significa che affidarsi soltanto ai vaccini è un errore disastroso. C’è altro da fare? Sì. Vedremo.

Ma già iniziano le zone gialle, addirittura si prospetta la vaccinazione non il tampone. Ma insomma, dopo aver creato la speranza salvifica dei vaccini, siamo all’obbligo dei vaccini, senza speranza di essere salvi con i vaccini. Siamo obbligati a subire una vaccinazione di cui ignoriamo i vantaggi radicali. Anzi, potremmo causare effetti perversi (sentirci sicuri rischiando i contagi). Proprio follia. Travolgente. Mi spiace dover scrivere di tali vicende e non distrarre con narrazioni divertenti. Ma non fissare il male significa riceverlo. Io il male l’ho provato e l’ho vinto, fino a oggi. Non mi nascondo né lo nascondo. I vaccini non bastano. C’è altro da compiere? Sì. E occorre parlarne. Ne parlerò.

Intanto un’altra pandemia giunge sull’Occidente da Oriente e in Oriente, un altro virus: quello terroristico. Si era intenebrato da qualche anno ma è sorto in furia nel massacrato Afghanistan. Pietà vorrebbe che venga nominato il presidente degli Stati Uniti, il quale attesta la non relazione tra talebani e attentatori. Sarebbe davvero segno di malattia mentale giungere a concepire talebani brava gente, terroristi malvagi. Che potesse svolgersi un attentato era detto e previsto; che i talebani controllano ogni movimento è noto. Come è possibile che non abbiano impedito l’attentato? È inconcepibile. Dall’attentato dovremmo dedurre una diversa convinzione. Occorre fermarsi a Kabul, occorre restare in Afghanistan, è indispensabile annientare talebani e terroristi, terroristi talebani. Se si riaprono i giochi misteriosi del terrorismo in epoca di pandemia, non avremo la sicurezza di aprire la porta.

Europa fatti valere, conta su te stessa, sei il Continente che rischia di più! Gli Stati Uniti sono diventati incomprensibili. È l’Europa che ha più da temere. Tra virus pandemico e terrorismo pandemico eventuale l’Europa, la solitaria Europa (siamo senza amici, questa la novità, i russo-cinesi da una parte, gli Stati Uniti dall’altra, e noi soli e disuniti!) è perdente. Un esercito degno, svincolarci da legami impropri quando sono impropri, tentare di avvicinare Paesi che possono avvantaggiarci, anche se gli Stati Uniti ci osteggiassero. Gli Stati Uniti restino gli amici del passato, ma che siano amici anche per il nostro bene. E il nostro comune bene da occidentali è… restare a Kabul!


di Antonio Saccà