Matteo Bassetti: “Favorevole ai vaccini per gli under 12”

mercoledì 25 agosto 2021


“In un Paese come il nostro si dovrebbe pensare a vaccinare, quando sarà approvato, anche chi ha meno di 12 anni”. Così ha detto Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino Di Genova, intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è Desta”, condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

“Da medico ho sempre pensato che è meglio prevenire la malattia piuttosto che affrontarla – ha spiegato – stiamo parlando di bambini che vanno a scuola, un luogo che è moltiplicatore di contagi per nonni, genitori, zii e amici. Rischieremo di ritrovarci ancora una volta alla ripresa con la Dad, che è stata devastante per questa generazione di studenti”.

Bassetti, inoltre, ha detto: “Il mondo della medicina dice chiaramente che in vista del prossimo inverno rischiamo di rivedere gli ospedali pieni se determinate categorie di persone non si vaccineranno. È assurdo che questa estate la politica abbia lasciato il cerino in mano ai medici in merito all’invito alla vaccinazione. La politica – ha puntualizzato – deve assumersi le sue responsabilità. Vuole un autunno-inverno tranquillo oppure vuole vedere un numero significativo di persone non vaccinate, con una variante molto aggressiva? Il mondo scientifico si è espresso ed è favorevole all’obbligo vaccinale. Se nonostante tutte le iniziative prese, non ultimo il Green Pass, ci sono ancora soggetti non vaccinati è ovvio che serva l’obbligo. Basterebbe altrimenti togliere la possibilità di avere il Green Pass tramite tampone, lasciando questa opzione unicamente per chi proprio non può vaccinarsi. Oggi le condizioni ostative alla vaccinazione sono pochissime. Qualcuno non si è reso conto che siamo ancora dentro la pandemia”.

Sull’ipotesi terza dose sì o no, Bassetti ha notato: “Sarà necessaria o quanto meno utile per quanto riguarda alcune categorie. Non possiamo pensare di farla a tutti. Non si farà una terza dose di massa ma una terza dose selettiva. Secondo gli studi si arriverebbe massimo a un 5 per cento della popolazione, come per gli immunodepressi, gli oncologici. Anche definire il “quando” per una terza dose è importante. Una terza dose a un anno di distanza sarebbe un “richiamo”, come quello che facciamo per l’influenza”.

Infine ha chiarito: “Ma certo che esiste una cura per il Covid. I denigratori dei vaccini sono gli stessi che portano avanti questi protocolli fantomaticamente definiti cure domiciliari che sono il nulla riempito di niente. Abbiamo farmaci per curare il Covid. Soltanto chi vuole fare della speculazione politica continua a dire che abbiamo passato un anno e mezzo a dare alle persone la tachipirina in attesa che morisse. Non è vero che vogliamo spingere il vaccino perché non ci sono le cure”.


di Redazione