Covid: linee guida italiane per pazienti non in intensiva

giovedì 5 agosto 2021


No all’utilizzo di farmaci steroidei nelle fasi iniziali della malattia, utili invece nelle fasi avanzate. Sì all’uso degli anticorpi monoclonali nei pazienti non ricoverati ad elevato rischio di progressione, mentre non è raccomandato l’uso sui pazienti Covid ricoverati.

Sono alcune delle raccomandazioni contenute nelle prime Linee Guida Italiane per la gestione dei pazienti adulti con Covid-19 al di fuori delle terapie intensive, messe a punto dalla Società Italiana di Terapia Antinfettiva (Sita) e dalla Società Italiana di Pneumologia (Sip). Appena pubblicate sulla rivista Infectious Diseases and Therapy, che riassumono in un documento organico quanto evidenziato finora dagli studi scientifici.

Le linee guida, basate sull’analisi rigorosa della letteratura scientifica internazionale, in 10 punti abbracciano tutto il percorso di cura dei pazienti al di fuori delle terapie intensive, dalla scelta sull’invio in ospedale ai criteri per la dimissione. Tra le raccomandazioni, decidere i ricoveri dei pazienti Covid-19 anche sulla base dell’osservazione diretta e non solo attraverso criteri prognostici; no all’idrossiclorochina, sia per i pazienti curati a casa che per quelli ospedalizzati.

Raccomandazione favorevole ma in situazioni specifiche, e sulla base di dati ancora da approfondire, per l’antivirale remdesivir, da solo o in combinazione con baricitinib e tocilizumab.

“Queste linee guida sono il contributo che l’Italia mette a disposizione della comunità scientifica internazionale per la gestione del Covid-19 – afferma Matteo Bassetti, presidente Sita, ordinario di Malattie Infettive all’Università di Genova – le nostre due società scientifiche hanno lavorato secondo un approccio multidisciplinare, coinvolgendo infettivologi, pneumologi, rianimatori e farmacologi. Ora ci auguriamo possano essere tradotte come linee guida istituzionali dalle autorità sanitarie”.

“Si basano – afferma Francesco Blasi, presidente Sip, professore di Medicina Respiratoria all’Università degli Studi di Milano – su una metodologia stringente che ha prodotto raccomandazioni facilmente leggibili, allineate con le indicazioni delle Istituzioni come Agenas e Ministero della Salute”.


di Redazione