Quando la presunzione compromette la vita dei cittadini

mercoledì 4 agosto 2021


L’attacco informatico che ha bloccato il sistema della Regione Lazio che gestisce la prenotazione dei vaccini e delle visite mediche ha paralizzato anche tutti i servizi collegati al Centro elaborazione dati (Ced), il sistema che gestisce l’intera infrastruttura informatica regionale realizzato con un partner come LazioCrea solo 21 mesi fa, con un investimento di 25 milioni dei fondi Fesr 14/20, auspicando un risparmio annuo di circa 2,5 milioni e un rilevante miglioramento della vita dei cittadini, ha dimostrato quanto sia difficilmente gestibile per chicchessia l’agognato processo di “innovazione e semplificazione” che si propaganda quando ci si accinge ad apportare cambiamenti senza avere idea di cosa realmente si stia facendo. Alla faccia della crescita digitale che doveva far funzionare la Regione Lazio come un orologio svizzero, mettendo a regime enti pubblici e privati e i collegamenti a loro connessi come ospedali, società, imprese.

Non è sufficiente investire in tecnologie con relative protezioni per gli attacchi esterni, perché i rischi maggiori provengono dai punti deboli e dai viziati comportamenti umani, di cui i cyber criminali sanno approfittare per poter accedere alle informazioni che si intende rubare. Sottovalutare tale aspetto, che ha spesso determinato attacchi hacker e sottrazione di dati, è stato un comportamento incosciente. Da domenica scorsa è impossibile nel Lazio prenotare visite mediche, difficile effettuare quelle già prenotate, problematico addirittura pagare il bollo auto e ottenere autorizzazioni. Tante persone affette da malattie croniche gravi non possono in questi giorni usufruire di alcuni servizi di assistenza, come le forniture di alimenti e di attrezzature medicali. Ripristinare il sistema non sarà cosa facile. Ma non basta. Più complicato sarà riconoscere di aver sbagliato. Come si farà poi a sapere con certezza che i dati non siano stati alterati?

Nel frattempo, considerando la facilità con cui si è potuto hackerare tale sistema, si poteva peccare un po’ meno di presunzione e lasciarsi una via di fuga per eventuali problemi e disservizi di qualunque natura. Le ricette dematerializzate per le prescrizioni, per esempio, quelle bianche che hanno sostituito le ben note ricette rosse. Perché non mantenere l’utilizzo di entrambi? Potevano essere un modo efficace per non immobilizzare il sistema e neutralizzare le necessità primarie dei cittadini, specie quelli più fragili e bisognosi di cure. Ma essendovi una circolare della Regione che impone ai dirigenti medici l’uso esclusivo della ricetta elettronica si è reso, piuttosto che un servizio, un grave disagio agli assistiti. Questa idea, lanciata lo scorso gennaio da Cisl Medici Lazio e poi ribadita in marzo, non è stata accolta, nonostante l’interessamento di sei consiglieri regionali. La presunzione della dirigenza regionale ha fatto sì che alla prima occasione il castello di carte e circolari crollasse.

@vanessaseffer


di Vanessa Seffer