lunedì 2 agosto 2021
Pensa a un network tivù senza la Serie A che deve rincorrere i suoi quasi ex clienti con dei call center che devono convincerli a restare fedeli. “Lucy in the sky but with no diamonds” si potrebbe dire parafrasando la nota canzone dei Beatles che parlava di un’esperienza psichedelica da Lsd, o allucinatoria che dir si voglia. Ed è altrettanto allucinante sentire – come è capitato al sottoscritto – inciso sulla propria segreteria telefonica, uno sfogo, contenuto proprio in una delle tante telefonate non risposte promananti da numeri sconosciuti, di due ignote impiegate di quello che si scopre essere un call center Sky. “Se so fatti furbi, li riconoscono i numeri Sky e non rispondono più e mo’ come facciamo? Che gli diciamo ai nostri superiori?”.
Potreste dir loro – ho pensato tra me – ad esempio di non telefonare a chi non ha disdetto, come il sottoscritto. E magari già che ci siete potreste sollecitare ad attivare supplementi di abbonamento richiesti da chi scrive ed evasi, teoricamente, sempre per via telefonica due mesi orsono. Infine, potreste dir loro che c’è chi – sempre come il sottoscritto – aspetta il decoder Sky Q da mesi dopo averlo richiesto in sostituzione di uno precedentemente andato distrutto in un incendio. Quel che si capisce è che Sky Italia dopo avere perso le partite della serie A a favore di Dazn e di Tim Vision sta perdendo anche la testa. E se il pesce puzza dalla capa il panico si sparge sempre dagli umori delle ultime ruote del carro, per l’appunto le centraliniste di call center un tempo efficienti e oggi allo sbando. Ma così la clientela non si riconquista. Piuttosto si perde.
di Dimitri Buffa