lunedì 5 luglio 2021
L’editoria vive fasi contrastanti. Vele spiegate per le aziende del gruppo della famiglia Berlusconi. Navigazione sofferta del gruppo Rcs guidato da Urbano Cairo. Burrasca a Libero per il nuovo direttore Alessandro Sallusti e al Giornale per Augusto Minzolini. Marcia contrastata al quotidiano La Stampa dopo un accordo per molti versi innovativo tra l’azienda del Gruppo Gedi dell’azionista di maggioranza John Elkann e il comitato di redazione smentito dall’Associazione Subalpina e dalla Fnsi nazionale.
Quando si tireranno le somme delle conseguenze della pandemia da Covid-19 esplosa ad inizio 2020 ci si accorgerà che l’impatto è stato estremamente negativo a causa del crollo dei consumi: meno acquisti di giornali e settimanali, riduzione degli introiti pubblicitari. Per il gruppo Fininvest, guidato da Marina Berlusconi, l’ultima assemblea di giugno ha portato una ventata incoraggiante. L’utile netto è stato di 141 milioni anche se i ricavi consolidati delle società facenti capo alla famiglia Berlusconi sono stati inferiori al 2019 e cioè 3.459 contro i 3.886,4 dell’esercizio precedente.
Una flessione riconducibile evidentemente alla crisi provocata dall’emergenza sanitaria che tuttavia non ha impedito di effettuare investimenti per circa 600 milioni. A Silvio Berlusconi e figli è andato un dividendo di 100 milioni. Ai bilanci positivi si aggiunge l’allontanamento delle incertezze che avevano bloccato le prospettive del polo europeo a causa della guerra giuridica ed economica con Vivendi. Il via libera al polo con sede legale ad Amsterdam spinge il gruppo di Cologno Monzese a dare vita al progetto internazionale. Il futuro di Mediaset (confermato presidente Fedele Confalonieri) ricomincia dall’Olanda sulla spinta anche di un dividendo ai soci dello 0,30 euro ad azione e dalla rivoluzione imposta dal vicepresidente e amministratore delegato Pier Silvio Berlusconi ai palinsesti Mediaset a partire dalla nuova stagione autunnale.
Per il gruppo Rcs c’è stato un momento di trepidazione dopo la richiesta record di danni avanzata (505 milioni di dollari) dal Fondo Usa Blackstone per la mancata vendita degli immobili di via Solferino, la sede storia del Corriere della sera. L’atto formale presentato a New York costringerà gli azionisti (Mediobanca, Pirelli, Diego della Valle, Unipol e cinesi) a perfezionare una linea di difesa nell’assemblea semestrale prevista per il 30 luglio. Augusto Minzolini è da appena un mese direttore del Giornale al posto di Alessandro Sallusti passato a Libero. Ha iniziato un giro di ricognizione nei vari settori del giornale ma i guai non mancano. L’azienda ha chiesto ai redattori di pronunciarsi se continuare lo smart working al 100 per cento con taglio di stipendi del 12 per cento oppure fare alternativa 50 e 50 per cento di presenza in redazione. Terza alternativa solo presenza in redazione. Molti i nodi da sciogliere.
Controversi quelli della Stampa di Massimo Giannini. A fronte di 33 prepensionamenti l’azienda ha proposto 16 assunzioni, tre delle quali non giornalisti, ossia esperti digitali al posto di sei redattori. Una soluzione non gradita dalla Federazione della stampa che la considerata una specie di cavallo di Troia anche se prevista dalla legge del 2019 sui prepensionamenti. La spaccatura è stata netta. Il voto all’accordo sollecitato dal Cdr ha ottenuto 138 sì, 13 no e 16 astenuti su circa 200 redattori aventi diritto. I prepensionamenti andranno a gravare sui conti del già dissestato Istituto di previdenza.
di Sergio Menicucci