Prove di dominio

giovedì 20 maggio 2021


Con un qualche insistito accanimento nella interpretazione, decifrazione del momento che stiamo ricevendo e sopportando, dal marzo del 2020 alla data odierna, pressoché quotidianamente, escluso il periodo in cui sono stato – dall’ottobre 2020 al gennaio 2021 – in ospedale sotto farmaci, silenzioso ed incosciente. Risvegliato, dopo un breve tempo non efficiente, ho ripreso a scrivere dettando articoli ed altro, tolti due mesi e mezzo, tre mesi circa, dal marzo del 2020 alla data odierna.

Perché questo accanimento? Perché ritengo, sento, percepisco che siamo in una fase decisiva, per il futuro e per il presente, in uno scuotimento modificativo, quindi occorre decifrare che sta accadendo. Ripeterò qualcosa già detto ma lo credo opportuno, anzi necessario, per capire. Si sta minando, estirpando la mente critica personale e collettiva: la possibilità di opporsi svanisce. La pandemia, indipendentemente dalla sua problematica origine come virus, ci ha fatto cogliere che interi popoli vengono ammassati in un comportamento identico, un riflesso condizionato generalizzato. Suscitata la paura e stabilite le soluzioni contro il morbo: stare al chiuso, mascherarsi, distanziarsi, sanificare gli ambienti. Si è pervenuti al rimedio conclusivo, detonante, il vaccino (i vaccini). È stato un percorso strategicamente impeccabile, la Terra Promessa.

Sia chiaro: intendo solo affermare che masse umane possono venire dirette. Non discuto, ora, se sia stato inevitabile. Masse umane divengono ammaestrate con maggiore facilità di quanto supponiamo. È una lezione di Scienza politica su come governare, e credo sia servita a chi non studia per conoscere ma per comandare. Attenzione alla differenza: conoscere per conoscere, conoscere per comandare. Forse qualcuno ha ben compreso che basta un virus per guidare un popolo e fondare una casta sacerdotale da cui dipendere: i medici. A loro volta legati alle case farmaceutiche. A loro volta legate al ceto politico. Gruppi politici, case farmaceutiche, medici hanno soggiogato il mondo.

Ribadisco, non sono giudizi di valore, dico come può sorgere un dominio. Il “mezzo” di questo dominio è la comunicazione. Abbiamo sotto lo sguardo come le società sono state eterodirette. Suppongo che taluni ne faranno tesoro di dominio sociale. Ma c’è una o molte raffinate aggiunte da vagliare. Si cerca di aizzare la gente contro l’irregolare, il sospettoso, il refrattario, colui che non si vaccina, non usa la mascherina. Ancora una volta, sia chiaro, non valuto il merito ma ritengo che in tal modo si stronca l’obiettore, il dubitante, insomma il pensiero critico.

Si dirà: mette a rischio la salute altrui. Obiezione contraddittoria: come faccio a comprendere e stabilire che mette a rischio l’altrui salute se gli impedisco di esporre le argomentazioni critiche? Se la comunicazione è uniforme, conforme come posso stabilire che l’obiettore ha torto se gli impedisco di esprimersi? Si è dato il medesimo campo informativo alle cure farmologiche non vaccinali rispetto alle vaccinali? Sa qualcuno esattamente il periodo efficiente dei vaccini? Occorre ripeterli periodicamente? Io, che ho patito il virus, ignoro e nessuno mi sa precisare, per quanto tempo avrò anticorpi! Avrò modo di continuare sull’argomento, essenziale.

Stiamo facendo, stanno compiendo prove di direzione della società, di governo di masse umane orientate. Forse è stato opportuno. Ma sapere che milioni di persone vengono con tanta facilità direzionate è un incubo da svegli. Per il singolo è la pena capitale. E per la libertà. Al dunque, sia deliberata o sorta per necessità abbiamo vissuto e stiamo vivendo una forma di dominio di masse: presenza del male, paura, rimedi imposti, negazione o decurtazione di ogni critica suggestionando le masse verso una soluzione escludente le altre.

Chi vuole dominare ha appreso, o sapendo ha eseguito, ciò che voleva. Ma vi sono ulteriori strumenti per orientare le società, forgiare dei termini guida e situarli nella mente collettiva, ad esempio i termini “pregiudizio” ed “empatia”. Con il termine pregiudizio si condanna chi non la pensa a modo mio; con il termine empatia si danna chi non fa per me quel che io voglio mi sia fatto, tu devi renderti me. La combinatoria di queste determinazioni possibili distrugge il singolo, e la collettività. Poniamo che non accetto che due uomini tengano quali genitori un bambino o che debba equiparare la parmigiana a grilli arrosto. In tal caso, sarei tacciato di mantenere pregiudizi, di non essere aperto, includente.

Lo stesso per l’empatia: se non accolgo, ricevo, se non accetto tutto e tutti e non lascio fare non sono empatico, non voglio quel che l’altro vuole. Non mi rendo altro da me. Perché non dovrei rifiutare, perché dovrei diventare altro da me è comprensibile, se tiriamo la deduzione di quanto detto. Vi sono dei gruppi che vogliono dominare masse e singoli ridotti cani al guinzaglio che leccano la mano dei padroni, abilissimi nel bastonarli, fingendo di salvarli e di farli entrare nell’Era della nuova democrazia empatica senza pregiudizi. Totalitaria.


di Antonio Saccà