mercoledì 19 maggio 2021
Esiste l’espressione “democrazia totalitaria”? Nel caso, ribadiamolo, siamo nell’era della democrazia totalitaria. I grandi mezzi comunicativi nel campo biologico, medico, farmacologico hanno determinato la “tracciabilità” dell’individuo in modo capillarizzato. Uno Stato totalitario all’antica diventa volontaristico, asmatico rispetto alla metodologia scientifica odierna.
Con un chip possiamo controllare la fenomenologia della persona: dove si trova, il suo stato di salute, i suoi movimenti economici, i suoi gusti culinari, le disposizioni erotiche. Anche leggergli il pensiero pensato ma non dichiarato, nel caso non sia già possibile. Quindi condizionarlo, alterarlo, sapere ciò che acquista, conoscere la sua vita intima. Ripeto: sapere e dirigere, ecco come la democrazia può trasformarsi in totalitarismo e condizionare e dirigere l'individuo.
Quanto viviamo. Sarebbe opportuna una riflessione sistematica, il confine tra Stato democratico liberale e Stato totalitario è annebbiato. Lo Stato democratico ha disposto dell’individuo come uno Stato totalitario faceva e fa in maniera rozza, rusticana, sbandierata. Ormai il controllo sociale, il tracciamento delle persone non ha bisogno di eliminare le libertà. Questa la novità: il controllo, il rintracciamento degli individui, sugli individui, quindi l’eventuale dominio e condizionamento, il cui grado massimo si avrà nell’inserire un dispositivo che orienti pensieri, scelte, salute in ciascun individuo.
È possibile e avverrà, se non avviene a nostra insaputa. Taluni teorici della creazione da laboratorio del Virus attuale hanno concepito che in esso esistono elementi eterodiretti. Si è orientata l’opinione pubblica ad aspettare i vaccini come unica soluzione, quando è da tempo risaputo che esistono soluzioni non vaccinali ed è di gran lunga preferibile prevenire la malattia ai sintomi iniziali.
Tra condizionamento comunicativo e condizionamento biologico la capacità critica, il pensiero soggettivo, l’individuo autonomo, autodiretto rischiano di precipitare. Come ho già detto, siamo al tentativo di impedire all’individuo di farsi un’opinione propria. O la si impedisce farmacologicamente, o la si impedisce con il dispositivo terroristico della comunicazione. O ti infilzano un chip o ti obbligano a scegliere quel che vogliono “loro” sostenendo che se non lo fai sei un tipo che ha dei pregiudizi, suscita odio, attenta alla pubblica salute.
E non c’è scampo: siamo, ciascuno e tutti, (rin)tracciati. Ma non siamo canne al vento.
di Antonio Saccà