martedì 27 aprile 2021
Non solo storie tristi. Questo lungo periodo pandemico è stato un motivatore umano su vari fronti, soprattutto su quello medico-sanitario. A goderne, nella tragedia, è stato Joseph Di Meo, giovane italoamericano del New Jersey. Il ragazzo, per un colpo di sonno al volante della sua macchina nel 2018, si è ritrovato gravemente ustionato in tutto il corpo. Nonostante uscì dalla prognosi riservata, Joe rimase gravemente sfigurato. Le fiamme nell’auto ebbero il tempo di “cuocerlo” così tanto che perse l’uso delle mani. Ebbe salva la vita grazie a un automobilista che prontamente lo soccorse.
I medici dell’ospedale che lo curarono per mesi interi lo tennero in vita. Soprattutto, a tenere in vita Joe fu la sua determinazione: la sua voglia di vivere. Dopo una lunga convalescenza e molti interventi chirurgici, riprese a vivere la vita di tutti i giorni, con molte difficoltà. Una fra tutte, il non riuscire ad afferrare gli oggetti. Inoltre, allo specchio, vedeva un volto che non era più il suo. Fu allora che comprese di dover tentare l’impossibile: un intervento osato solo due volte al mondo e mai riuscito: il trapianto del volto e delle mani nella stessa persona.
A farsene carico fu il dott. Eduardo Rodriguez, al Langone Hospital di New York. Formando un’equipe medica di 96 operatori, il chirurgo approfittò del periodo di pandemia per far esercitare i suoi collaboratori, anche al di fuori del normale orario di servizio. Dopo centinaia di riunioni, prove, simulazioni, i sanitari erano pronti. Una tale preparazione forse non sarebbe stata possibile in tempi normali, in cui il personale medico non fosse stato costretto, come tutti, alle restrizioni geografiche, dedicando anche il tempo libero a esercitazioni in sala operatoria. Il risultato è stato sorprendente: ad agosto scorso, dopo 23 ore in sala operatoria, a Joe sono state trapiantati i tessuti delle mani fino a metà avambraccio, comprese le ossa del radio e dell’ulna ed i tendini. La faccia è stata trapiantata interamente, le orecchie, il naso, le palpebre, le labbra, il naso e il mento.
In questi ultimi giorni il ragazzo è tornato a una vita normale. Gioca col cane, afferra oggetti e si presenta in pubblico senza alcuna soggezione. Questo caso unico al mondo apre nuovi scenari, e una rinnovata fiducia, nelle operazioni chirurgiche-plastiche, datosi che il paziente in questione ha superato la fase di rigetto, e il pericolo di infezioni aggravato dall’emergenza Covid-19 in atto. E’ stata una vittoria della medicina e di Joseph Di Meo, che ha avuto la forza di sopportare le tribolazioni e di non cedere allo sconforto. Un ragazzo che, nel momento più difficile per la vita di una persona, ebbe il coraggio di scegliere; ed anche se la paura, la rabbia, il dolore, sembravano avere sempre più argomenti da opporgli, lui scelse la speranza.
di Danilo Campanella